una risata li seppellirà

La Ministronza

Se c’è qualcuno che ha bisogno di solidarietà, oggi, è Alessio Spataro. È un compagno di Roma che fa il vignettista e che si è attirato gli odi politici di tutto l’arco costituzionale per aver pubblicato un libretto di vignette sulla Meloni, dal titolo indicativo “La Ministronza”. Ora, può piacere o meno la satira di Alessio. Può risultare più o meno divertente. Non è obbligatorio comprarsi il suo libricino e leggere le sue vignette. Però, al solito, ci sono molte cose che non capiamo e le elenchiamo:
1) Alessio è stato criticato perché disegna la ministra avviluppata nelle fogne che – si sa – sono il luogo di elezione dei camerati. Dunque, dove è lo scandalo? Un plauso, invece, al mordace vignettista, che ci ricorda questa piccola-grande verità.
2) La polemica è stati dipinta come una crociata anti-sessista, perché sempre Alessio disegnava la ministra impegnata in pratiche sessuali con gli altri camerati. Curioso che le accuse di sessismo vengano dalle parlamentari del Pdl, arrivate a Montecitorio e Palazzo Madama dopo attenta “selezione” da parte di Berlusconi, “l’utilizzatore finale”.
3) Anche il manifesto, quotidiano spesso impegnato in battaglie di retroguardia, si scandalizza per la satira “misogina”, intrisa “di quei cliché d’antan che ancora invitano i fascisti carogne a tornare nelle fogne” (nota a p.5). E precisa che Spataro non è mai stato un suo collaboratore, come erroneamente detto da qualcuno. A parte che le recenti vignette di Vauro su il manifesto, con Marrazzo che cerca di metterlo al culo di Franceschini, Bersani e Marino, in corsa per la segreteria del PD, non sembrano capolavori di buongusto, la presa di distanza sembra piuttosto infamotta.
4) Tutto il PD compatto si è impegnato nella manifestazione di solidarietà alla Meloni: occuparsi dei pestaggi nelle carceri, delle azioni squadristiche contro i lavoratori, della pulizia etnica contro i Rom e degli sgomberi degli spazi sociali non richiedeva maggiori attenzioni ed energie, forse!?
Intervistato da diversi giornali, che gli hanno chiesto perché avesse scelto proprio la Meloni (considerata, insieme ai Cesaroni, la pubblicità vivente dello storico quartiere romano della Garbatella), Alessio ha risposto di essere coetaneo della Meloni, ma di non sopportare il fatto che avesse truccato il suo cv, persino sul sito ufficiale del Ministero che dirige (Ministero della Gioventù, giusto per rispolverare le etichettature fasciste): risulta diplomata in lingue, mentre avrebbe frequentato l’Alberghiero. Che tristezza…

Vabbeh, fermo restando che ci sono cose più serie nella vita, anche noi siamo convinti che una risata li seppellirà.