Roma, AMA, Manlio Cerroni

Roma, AMA, Manlio Cerroni

Roma e Manlio Cerroni intrecciano le loro strade senza soluzione di continuità. Dall’interno e dal vivo delle lotte AMA, un nostro contributo, un contributo operaio di chi ogni giorno vive sulla propria pelle le politiche dei tagli e delle “revisioni della spesa”, sulle vicende che hanno portato all’arresto del monnezzaro più famoso d’Europa, parte di quella politica cittadina indistintamente di destra e di sinistra a seconda di chi promette maggiori guadagni.

Già in un post passato avevamo parlato di questo personaggio alla ribalta che oggi ritroviamo sulle pagine di tutti i quotidiani. Manlio Cerroni, l’avvocato, il monopolista, il “benefattore di Roma” come amava definirsi, il “re della spazzatura romana” per i media nazionali, il “supremo”come lo chiamava invece la sua losca cricca. Uomo apolitico o meglio incolore, minimalista nel look, amico intimo di Alberto Sordi, con quel fascino di andreottiana memoria. Il detentore della più estesa, contestata, sanzionata, maledetta discarica d’Europa. L’uomo che ha tenuto in scacco qualsiasi amministrazione comunale di qualsivoglia colore senza eccezioni, da sempre.
Fu obbrobrioso sentire con quale reverenza e sudditanza qualche mese fa l’attuale assessore all’ambiente della Regione Lazio, Civita, in un intercettazione telefonica, si prodigava in un “sempre a disposizione avvocà…”.
Ora crolla in un sol colpo quell’aurea da self made man: non si è fatto da solo Cerroni ma era a capo una vasta organizzazione capillare, tentacolare, che si sovrapponeva, indirizzava, manipolava e gestiva la raccolta e lo smistamento dei rifiuti romani. Burocrati e politici tutti nella sua rete.
Pare sia stato talmente potente da far dimettere il prefetto di Roma Pecoraro, a lui ostile. L’uomo di Pisoniano orientava i consigli comunali, acutizzava fittiziamente periodi di crisi per farsi elargire denari dalle giunte, minacciava chiusure, inventava emergenze, otteneva leggi ed emendamenti ad hoc. Costruiva dove non si poteva (Albano), comprava terreni da coltivare a monnezza (vedi Monti dell’Ortaccio).
Dai nomi che giungono dalle inchieste si denota una certa affinità proprio con personaggi dell’orbita od organici al centrosinistra laziale, su tutti Marrazzo ed Hermanin.
Il tutto per un giro d’affari che sfiorava i tre miliardi di euro. Truffe su truffe e la magia di trasformare “la monnezza” in oro colante.
Colante, proprio come il percolato che ha inquinato per decenni sottosuolo e le falde freatiche. Pecunia non olet, invece puzzava eccome quel ponentino che in alcuni periodi dell’anno sapeva di una fragranza particolarmente sgradevole e nociva, la famosa Eau de fogn…
Come dei gabbiani, grandi e grossi come vitelli.
Protagonista il buon Manlio fino alla fine, per un uomo come lui ci voleva il “capitano Ultimo”, il supersbirro col pallino della mafia ad arrestarlo.
C’è però un’ovvietà da rilevare. Forse il “supremo” aveva ragione a dire che senza di lui e la sua discarica privata Roma sarebbe stata sommersa dalle sue 1.900.000 tonnellate di rifiuti annui. E giù di lì a stuzzicare l’immaginario mai sopito della capitale, come Napoli o Palermo, sommersa dai rifiuti. Oggi noi però non faremo l’errore di esultare per una condanna (tra l’altro Cerroni ha 87 anni e non farà un giorno di galera e con i 50 milioni all’anno versati puliti alle sue società dal comune si godrà un ottima pensione) perchè fa parte di una altra tradizione politica che noi ovviamente non ci rivendichiamo.
Noi invece vogliamo spostare l’attenzione su un altro gravissimo attacco mediatico e politico portato congiuntamente da Governo, Sindaco (l’Ama non è all’altezza twittava lo scemo..) e giornali mainstream (Messaggero e Repubblica in testa), che da un mese a questa parte riversano proprio sugli operai e il loro operato accuse senza senso, trascurando volutamente ragioni e realtà quotidiane, col chiaro intento di seguire le direttive della nuova e vecchia borghesia desiderosa di subentrare proprio a Cerroni.
Nessuno (proprio lui in nostro candidato sindaco!) che in questi mesi ha detto o si è espresso a favore degli operai che incessantemente, ogni giorno dal 1 ottobre (giorno di chiusura di Malagrotta) svolgono il loro “sporco” lavoro sotto ogni condizione climatica, sotto il “magico e pacioso” periodo delle feste, nonostante l’anarchia che vige in tutta l’azienda che naviga completamente a vista, senza scope, senza mezzi, senza le misure elementari di tutela del lavoratore, minacciati dai capi intermedi tutti legati alla precedente amministrazioni, senza ferie, con turni massacranti e con straordinari obbligati. Sommersi in un mare di immondizia perpetua. Con un atteggiamento dell’utenza e della gente sempre pronta all’offesa e allo scherno, legittimati da articoli infamanti dei quotidiani padronali.
Come nei migliori romanzi distopici pronti alla delazione su comportameneti devianti.
Foto, video. Tutti  a spulciare le chiappe di chi lavora per strada h 24.
Il sistema di raccolta differenziata, che noi in tempi non sospetti dichiaravamo di boicottare proprio perchè solo l’ennesima bufala e costrizione che ci imponevano senza una vera politica del riuso e del trattamento, risultando anche molto impopolari tra i compagni.
La storia ci da sempre ragione. La riciclata andava (e va) tutta in discarica comune, senza eccezione.
Il governo ci ha provato col SalvaRoma, e ci proverà ancora ed ancora fino a quando l’azienda verrà smembrata e le colpe di decenni di malagestione, affarismo e clientelismo di truffaldine consulenze  non verranno scaricate sui lavoratori col loro licenziamento. In Atac come in Ama. Gli affari delle municipalizzate e gli avvoltoi che vi girano intono sono molto determinati ad abbattere a colpi di sfruttamento e di peggioramento delle condizioni di lavoro, l’ultimo avamposto del lavoro pubblico.
E’ per questo, e concludiamo, che invitiamo tutti i lavoratori ad unirsi e fondersi in un’unica lotta.
A non cedere un  passo davanti ai loro diritti.
Ad interessarsi delle loro reali condizioni a svegliarsi dall’intorpidimento a cui sono costretti.
A sognare i padroni in divisa sotto la neve, il vento, la pioggia a spazzare merda.

Giornalisti, banche, calendari e auto blu…
Bancarotta fraudolenta e supereroi…
Io stacco alle 8 nun ce casco la monnezza sete voi…