HIT THE SHIT!

HIT THE SHIT!

Sono almeno un paio di giorni che la notizia di un nuovo progetto britannico di Paolo Di Canio sta facendo il giro del mondo. Quantomeno di quello calcistico. Certo, non si tratta di un’altra sfida sul campo, nessun ingaggio milionario per l’ex attaccante di Napoli, Milan, Juve e anche Lazio. Questa volta, seguendo un po’ il trend che sta contagiando mezza Europa, il prode cavaliere nero ha deciso di sedersi in panchina per sperimentarsi come allenatore. Di Canio, infatti, è stato assunto con un contratto biennale dallo Swindon Town, squadra di quarta divisione inglese, ed è stato ufficialmente presentato ieri mattina al The County Ground (leggi). Nella conferenza stampa di presentazione, Di Canio si è paragonato ad un leone fuori dalla gabbia e finalmente libero; peccato avesse dimenticato come, anche in questi ultimi giorni, il leone abbia dovuto fare i conti con chi non voleva avere nulla a che fare con i fascisti. La stampa inglese ed anche quella nostrana, infatti, hanno dato ampio risalto (leggi e leggi) all’atteggiamento di alcuni sponsor della squadra del Wiltshire, fra tutti la posizione assunta dal sindacato GMB Union, che da sempre persegue una politica antifascista. Lo ha specificato in una nota il segretario del sindacato, Andy Newman, che ha affermato: «Abbiamo deciso di non sponsorizzare più lo Swindon Town Football Club, non rinnoveremo il nostro accordo con loro. Siamo un sindacato di lavoratori e non possiamo avere rapporti commerciali con un club che ha un allenatore fascista. Non abbiamo scelta. E’ un peccato, ma non possiamo fare altro». Il sindacato era tra i partner più importanti del club, tant’è vero che versava nelle casse del team una quota annua di 4mila sterline che – proporzionate al livello e alle necessità di un club di quarta divisione – sono comunque una cifra ragguardevole. Insomma, la merda non ha nazione; e come si dice a Roma, più la smucini più puzza. Di Canio si è per troppo tempo sentito cullato da quell’Inghilterra che era stata affascinata dalle sue gesta sportive e dal suo riciclaggio a tempo di record (dagli 11 turni di squalifica per la spinta ad un arbitro, con la maglia dello Sheffield Wednsday, fino al gesto di fair play nel famoso match Everton-West Ham, con la maglia degli Hammers di Londra >> vedi). Oggi il suo ritorno in Britannia, in quella che lui chiama senza troppa ragione “casa”, sembra essere non così dolce. Nella speranza di veder naufragare a breve il suo progetto di coach in casa dello Swindon, ci auguriamo che ogni fascista sprofondi nelle zone basse da cui proviene, così come Di Canio ci insegna: nelle fogne di quart’ordine!