Vogliono la testa di Battisti… NOI LA SUA LIBERTA’!!

Vogliono la testa di Battisti… NOI LA SUA LIBERTA’!!

liberezbattisti

Di seguito riportiamo il redazionale tratto da carmillaonline.com. Un redazionale che ci sentiamo di condividere, sottoscrivere e diffondere. La storia di Cesare Battisti, al quale abbiamo sempre dedicato una profonda analisi che contribuisse alla liberazione degli anni ’70 (e di tutti gli spettri ad essi collegati) ed una immutata solidarietà (umana ancor prima che politica), ripropone la gendarmeria di Stato pronta ad assoporare l’ennesimo scempio di Storia, quella con la S maiuscola, che ci appartiene, quella di cui vogliamo parlare senza riserve e dogmi, quella a cui dedichiamo – per l’ennesima volta – una pagina piena di rabbia.

LIBERTA’ PER CESARE BATTISTI!

NO ALL’ESTRADIZIONE!!

CARCERARE LA STORIA ITALIANA, QUESTO IL VERO REATO!!

La nuda vita di Cesare Battisti

Redazionale

La decisione di Cesare Battisti di attuare, come estrema e disperata forma di protesta, lo sciopero della fame – di mettere in gioco la propria vita – mostra, nella sua gravità, lo stato in cui la nuda vita è costretta oggi.
Un uomo è inseguito e raggiunto, dopo trent’anni, da un’accusa alla quale non è possibile rispondere, dalla quale è tecnicamente impossibile difendersi: una condanna comminata sulla sola parola di un pentito che la legge riconosce avere più volte mentito. Una condanna comminata all’insaputa del condannato, che è diventata definitiva e irrevocabile perché il condannato, non sapendo di essere tale, non ha potuto ricorrere in appello – a differenza di altri correi, in appello assolti dalle medesime imputazioni.
Questa è la storia di Cesare Battisti: accusato da accusatori che hanno responsabilità politiche e morali pari a quelle che gli vengono imputate – ad esempio, ex ministri che condividevano, con ruoli dirigenti, spazi politici con i militanti dei NAR.
Questa è la storia di Cesare Battisti: inchiodato a una falsa rappresentazione della realtà: assassino di Torreggiani e feritore del figlio rimasto invalido per i media e la pubblica opinione, non ostante le stesse sentenze dicano che quella volta lì Cesare non ha sparato perché non c’era.
Questa è la storia di Cesare Battisti: come se tre decenni di vita potessero esser cancellati con un tratto di bianchetto.
Non è possibile girare la testa e ignorare cosa succederebbe a Cesare Battisti se venisse tradotto in un carcere italiano. Come non è possibile girare la testa e ignorare il destino toccato a Stefano Cucchi. Le foto del corpo di Stefano Cucchi dicono tutto: la nuda vita, il mero corpo esposto alla violenza dello Stato, al desiderio microfascista di potere, vendetta, di violenza di alcuni servitori dello Stato per il quale è subito scattata la difesa d’ufficio (mica stiamo parlando di “zingari” ubriachi), e per i quali è comunque pronta l’autoassolutoria definizione di “poche mele marce” da parte dello Stato (mica stiamo parlando di “rumeni”).
Quando tra il cittadino e lo Stato, tra il corpo e il Potere, tra la vita e il “monopolio legittimo della violenza” non s’interpone più alcuna barriera, alcuna mediazione, alcuna istituzione viene svelata l’originaria natura tirannica del Potere. La vita in pericolo di Cesare Battisti, i corpi oscenamente macellati di Stefano Cucchi o di Federico Aldrovandi, ci mostrano che a questo siamo arrivati.