visioni militant(i)

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E’ nelle sale italiane dal 6 marzo l’ultimo riuscitissimo lavoro del regista Daniel Aronofsky, stiamo parlando di “The Wrestler” la pellicola che ha vinto il Leone d’Oro a Venezia e due Golden Globe. Se vi suggestionano le atmosfere springsteeniane questo è il film che fa per voi. Bello, struggente, triste. Qualcuno, da qualche parte, ha scritto che la malinconia è quello stato d’animo che ti si appiccica addosso per ricordarti che almeno una volta nella vita sei stato felice. E Mickey Rourke, che dopo 15 anni torna a vestire i panni dell’attore protagonista, gronda malinconia da ogni poro. Poche volte come in questo caso, infatti, la vita dell’artista e quella del personaggio interpretato sembrano coincidere. The Wrestler è la storia di un ex campione che non riesce ad adattarsi ad un’esistenza consumata a  lavorare per pochi dollari in grigi supermercati di periferia e a sopravvivere in fatiscenti case/roulotte. E’ il fallimento del sogno americano, dell’uomo che ha provato il successo ma è stato risospinto tra le comparse, in quell’immensa schiera di loosers e lumpen sulla cui fatica poggia la ricchezza di pochi. Ed è anche il tentativo, patetico e disperato al tempo stesso, di non arrendersi ad un destino segnato, anche se questo significa perdere le persone che ami e che ti amano, anche se questo ti porta in un vicolo cieco. Come canta Bruce Springsteen nella splendida canzone che fa da colonna sonora al film: These things that have comforted me, I drive away
This place that is my home I cannot stay My only faith’s in the broken bones and bruises I display
(Mi allontano dalle cose che mi hanno procurato conforto. Non posso rimanere nel luogo che considero la mia casa. La mia unica fede risiede nelle ossa rotte e nei lividi che mostro). Ancora due parole, da profani, sulla tecnica di ripresa. La camera a spalla segue passo dopo passo i protagonisti e con un effetto “docu-fiction” li accompagna nello squallore di un paesaggio punteggiato di capannoni in disuso, palestre di periferia e centri commerciali. La sequenza che accompagna Randy “Ram” Robinson, la leggenda del Wrestling, nel primo giorno di lavoro al bancone  dl supermercato è, a nostro modesto avviso, da antologia del cinema e fa stringere lo stomaco. Insomma, un film che vale la pena vedere.

Have you ever seen a one-legged man trying to dance his way free?
If you’ve ever seen a one-legged man then you’ve seen me.

Hai mai visto un uomo con una gamba sola che prova a danzare per trovare la
sua libertà?
Se hai visto quell’uomo con una gamba sola allora hai visto me