tutti insieme…

tutti insieme…

bossi forza ictus

Da ieri la clandestinità è un reato, mentre l’infamia è sempre più saldamente al potere, con tanto di ministri, viceministri e sottosegretari. Paradossi di un paese in cui l’opposizione si è liquefatta e la maggioranza piddiellina sembra sussumere in sè tutte le articolazioni della cosiddetta democrazia parlamentare. E così, complice la calura agostana, ci tocca assistere a due post-fascisti (Fini e Tremaglia) che invocano il rispetto dei diritti dei migranti e ad un proto-fascista (Bossi) che invoca le ronde e la linea della fermezza. Un gioco delle parti (perchè solo di quello si tratta) stucchevole e che poco incide sulla deriva xenofoba imboccata dal governo. Ieri, a chi gli ricordava che l’Italia ha esportato oltre 27 milioni di lavoratori in giro per il mondo (di cui molti provenienti dal nord), il terrone d’europa (perchè c’è sempre qualcuno più a nord) ha risposto: “noi lavoravamo, non ammazzavamo” e poi ha continuato invocando le gabbie salariali e l’inserimento dei dialetti fra le materie scolastiche. Quindi rispolverando qualche delirante velleità del recente passato leghista ha ammonito: “Arrivando a pontida alcuni fratelli padani mi hanno detto che sono pronti a partire al mio ordine. Noi, tutti i dirigenti della lega, saremi in prima fila”. Ecco bravi, partite subito, che la strada per andare a fare in culo è ancora lunga (purtroppo), speriamo solo che qualcuno vi “abbandoni” durante il viaggio.