Se questo è un 25 aprile

Se questo è un 25 aprile

Al peggio non c’è mai fine, potremmo dire. Il tradizionale corteo del 25 aprile di quest’anno è stato funestato da una gravissima provocazione pianificata dallo squadrismo sionista capeggiato dal rappresentante della comunità ebraica, Riccardo Pacifici. Lo stesso “democratico” Pacifici che a posteriori, dai microfoni di Rainews, inscenava lo stantio ruolo della vittima aggredita dagli “antisemiti di sinistra”, in piazza ha infatti organizzato e guidato la provocazione. Fin dalle 8.30, prima ancora della partenza del corteo, un nutrito gruppo del servizio d’ordine del Ghetto, ha ripetutamente aggredito un piccolo gruppo di manifestanti palestinesi nel tentativo vano di strappare le bandiere e allontanarli.
Le aggressioni sono continuate per un’ora e mezzo, attaccando compagni, isolandoli e malmenandoli e solo la resistenza di chi intanto affluiva nella piazza ha impedito il peggio. Insomma le classiche modalità delle squadracce fasciste.
Tutto questo, non ci sorprende affatto (lo diciamo solo per dovere di cronaca), è avvenuto con la copertura delle forze dell’ordine presenti in gran numero nella piazza, che si sono rivolte costantemente contro gli aggrediti e non contro il gruppo ben organizzato di sionisti minacciosi, pronti a intervenire contro chiunque avesse osato discutere la loro presenza. Ma se si trattasse solo di questo il tutto rientrerebbe nell’ordinaria e isterica provocazione dei sionisti, che in questa città da tanti e troppi anni praticano aggressioni contro i palestinesi e contro ogni manifestazione di solidarietà con la loro lotta di liberazione. Questi signori praticano l’arroganza e l’aggressione perché esiste una storica connivenza tra gli apparati di sicurezza del Ghetto e le forze dell’ordine. Lo sappiamo bene.
Ma quello che è avvenuto l’altro ieri presenta delle novità che ci preme sottolineare. Non era mai avvenuto prima che in un corteo del 25 aprile lo squadrismo, in questo caso sionista, arrivasse a spezzare la manifestazione impedendo, almeno in un primo momento, ai palestinesi e ai compagni di partecipare al corteo. La provocazione, lo ripetiamo, era stata  pianificata da giorni ed è stata messa in opera con la connivenza dei dirigenti dell’ordine pubblico. Ma la novità vergognosa sta anche e soprattutto nell’atteggiamento tenuto al corteo dall’ANPI romana, che ha abbandonato la comunità palestinese e gran parte del concentramento allo squadrismo di Pacifici, permettendo a costui di salire sul palco e tentare di fare un comizio, impedito poi dalla rabbia degli antifascisti. Un atteggiamento ribadito dal comunicato pilatesco emesso a commento della giornata. Già quattro anni fa l’ANPI aveva permesso un comizio della fascista Polverini, allora governatrice del Lazio, comizio poi impedito dalla protesta della piazza. Oggi assistiamo a un’Associazione che dovrebbe rappresentare la Resistenza e che invece sfila insieme ai glorificatori di Sharon, con tanto di bandieroni dello Stato di Israele. Questo è intollerabile! I dirigenti dell’ANPI di Roma si dovranno assumere la responsabilità della vergognosa scelta di campo praticata in piazza. Gli antifascisti e tutti coloro che hanno a cuore le sorti della Palestina e che combattono da anni il sionismo e lo Stato di Israele non possono permettere più questo scempio. Dobbiamo fare in modo che un 25 aprile così non si ripeta.