Paola Concia, Aurelio Mancuso, i politicanti di professione e la strategia della “caciara”

Paola Concia, Aurelio Mancuso, i politicanti di professione e la strategia della “caciara”

Chiunque abbia un po’ di dimestichezza con la politique politicienne sa benissimo che quando si viene punti sul vivo una delle regole non scritte è quella di cercare si spostare l’attenzione confondendo le acque e, come si dice a Roma, “buttarla in caciara”. Per capire di cosa parliamo basta avere due ore di tempo da perdere e sorbettarsi un qualsiasi talk show di “approfondimento” politico, oppure ingollarsi una bella dose di antiemetici e andarsi a rileggere gli ultimi articoli pubblicati online dal giornale diretto da Sansonetti, “gli Altri”. Da diversi giorni questi signori stanno cercando di svicolare di fronte alle loro pesantissime responsabilità politiche e vomitano accuse surreali sui compagni e le compagne che giovedì scorso gli hanno rovinato la loro bella festicciola. Prima la misoginia, poi l’omofobia, ora aspettiamo solo che tra qualche giorno venga fuori che all’azione ha partecipato anche una cellula dormiente di Al-Qaida (prova ne era la barba di alcuni) o di qualche movimento di integralisti islamici salafiti. E tutto questo perché si è avuto l’ardire di contestare niente popò di meno che l’onorevole Anna Paola Concia. Il che, nel belpaese del “lei non sa chi sono io”, equivale a macchiarsi del gravissimo crimine di lesa maestà, almeno agli occhi di lorsignori. Per quel che ci riguarda le “accuse” sono talmente ridicole che non vale nemmeno la pena di perdere tempo a rispondere. Vorremo solo far notare ai due politicanti di professione Concia e Mancuso, visto che in un loro articolo ci tirano esplicitamente in ballo, che quello che scrivono è palesemente falso (leggi). In nessuno dei nostri post la deputata del PD è mai stata definita “lesbica isterica” e troviamo alquanto patetico inventarsi di sana pianta le cose per poi cercare di passare da vittima. Fortunatamente il movimento LGBT esprime ben altre soggettività ed ha da tempo imparato a distinguere tra chi lotta quotidianamente contro la discriminazione e il pregiudizio e chi invece su queste lotte specula e costruisce carriere politiche. Il nodo, quello vero, è che non solo non siamo misogini ed omofobi, ma non siamo neanche coprofaghi, e quindi non digeriamo gli stronzi. Ecco, loro due, per esempio.