La sentenza sul 14 dicembre: qualche motivo per festeggiare, molti per continuare a lottare

La sentenza sul 14 dicembre: qualche motivo per festeggiare, molti per continuare a lottare

 

E Infine, dopo un estenuante tragitto giudiziario, sono arrivate le sentenze per la manifestazione del 14 dicembre 2010. Sentenze difficili da interpretare. Da un lato il collegio giudicante demolisce praticamente tutto l’impianto accusatorio, che narrava di un tentativo eversivo portato avanti da frange criminali a cui si chiedeva, tramite i capi d’imputazione di danneggiamento aggravato e resistenza aggravata, pene spropositate per i reati contestati. Un tentativo da parte della Procura, rappresentata in questo processo dal Pm Tescaroli, difficilmente ricevibile anche da un sistema giudiziario compiacente. Che infatti, prendendo atto dell’inconsistenza dei reati contestati, decideva per l’assoluzione o la multa per semplice imbrattamento per 21 dei 26 imputati totali nel processo. Dall’altra, però, la dinamica del “capro espiatorio” su cui addossare tutta la vendetta legalitaria è riemersa anche stavolta. Cinque compagni  pagano per tutti, con pene anche qui fuori da ogni contesto, vista la sostanziale smentita della ricostruzione del Pm. Pene che raggiungono i due anni e sei mesi nel caso di un compagno, e di quasi due anni per gli altri quattro. Compagni costretti non solo alla sanzione penale, ma anche a quella pecuniaria delle spese processuali (5.500 euro), nonché tutti ancora coinvolti nella richiesta di risarcimenti per danni d’immagini richiesti dal Comune di Mafia Capitale (ricordiamo: 586.000 euro!). Quel comune che dovrebbe risarcire uno a uno i suoi concittadini, si permette ancora oggi di chiedere soldi a chi quel giorno difendeva una legittimità democratica di fronte alla compravendita parlamentare. Grazie alla “discontinuità” politica di Pd e Sel, questo Comune scavalca a destra la magistratura romana insistendo nella vendetta pecuniaria. Un altro record per la giunta più inquisita della storia cittadina.