La maturità tra foibe e Ufo
TEMA: PARLA DELLE FOIBE
SVOLGIMENTO: Le foibe sono una cosa bella. Nonno mi ha detto che sono delle buche che stanno in Venezia Giulia e che sono belle perché al loro interno furono rinvenuti circa 500 cadaveri dei fascisti e dei nazisti. Questi cadaveri, quando ancora non erano cadaveri, volevano conquistare tutta la Jugoslavia, torturando gli abitanti e distruggendo le loro case. Quando però arrivò la Liberazione, i cittadini jugoslavi, insieme a nonno che era partigiano, decisero di non fargliela passare liscia ai nazisti e ai fascisti. E fu così che si riunirono per decidere cosa farne. I nazisti che erano colpevoli di aver ucciso mamme, papà e bambini furono quindi condannati a morte. Gli jugoslavi, arrabbiati com’erano, non avevano nessuna intenzione di perdere tempo a seppellire i cattivi, quindi decisero di buttare i loro corpi nelle buche. Mi ricordo che a Febbraio, prima del cartone animato, ho visto tante persone, che mamma e papà di solito sgridano, mettere dei fiori per ricordare i cadaveri trovati nelle buche. Mi sono chiesto perché dopo tanti anni si compravano i fiori per ricordare i cadaveri delle persone cattive e papà mi ha detto che comunque erano esseri umani. Allora io gli ho detto “ma allora ai buoni che hanno ucciso i cattivi che premio gli diamo?”. Papà non mi ha risposto, ma poi è cominciato il cartone animato.
Pierino
Il nostro Pierino, posto davanti alle tracce uscite oggi alla prima prova dell’esame di maturità, avrebbe certamente saputo cosa scrivere. Non si può dire lo stesso della maggior parte degli studenti italiani: solo lo 0,6% di essi, infatti, ha scelto di svolgere la traccia sulle vicende del confine orientale, nel periodo che va dal 1915 al 1975. Salutato come una vittoria politica a destra, ma non disprezzato neanche a manca, il tema “sulle foibe” è in queste ore al centro della maggior parte delle dichiarazioni politiche.
A nostro avviso, il contenuto della traccia non è deprecabile. Non abbiamo mai pensato che non si debba parlare di foibe e, anzi, abbiamo sempre sostenuto che la conoscenza sulle vicende del confine orientale vada approfondita e diffusa, proprio per contestualizzare i fatti accaduti in quelle zone dal settembre ’43 al giugno ’45: una storia che non inizia, dunque, il 9 settembre 1943, ma che ha delle radici ben più profonde. Volendo, e soprattutto avendo le conoscenze necessarie, ogni studente avrebbe potuto fare un buon tema, mettendo in luce tutte le mistificazioni della propaganda di destra sulla vicenda: non si tratta, quindi, di una traccia revisionista. Il problema è che si tratta di argomenti troppo difficili per la maggior parte degli studenti, anche perché, spesso, non si arriva a studiare la seconda guerra mondiale, nonostante le riforme tanto millantate che hanno dedicato tutto l’ultimo anno di scuola allo studio del Novecento. Ma perché, allora, decidere una traccia che la maggior parte degli studenti non è in grado di svolgere? La decisione è da un lato, evidentemente, politica, essendo quello delle foibe la punta di diamante delle politiche “storico-culturali” della destra (in tutte le sue espressioni, dal Pdl a Fn): Gasparri ha potuto parlare di ricomposizione della memoria collettiva (??), e anche le associazioni degli esuli – che ormai sembrano agire come una lobby – sono state contente. Dall’altro, però, c’è uno scopo ben più subdolo: mentre tutti sono occupati a parlare di foibe, infatti, passa in secondo piano un’altra traccia, a nostro avviso ben più grave. Stiamo parlando ovviamente della traccia sul rapporto tra i giovani e la politica, in cui era contenuta una citazione – non attinente, tra l’altro, all’argomento in questione – di Mussolini: si tratta del celebre e nefasto discorso del 3 gennaio 1925 in cui Mussolini si rivendicava la responsabilità dell’omicidio di Giacomo Matteotti e degli altri atti squadristi del fascismo, il discorso che inaugurò la dittatura in Italia e diede l’avvio all’emanazione delle “leggi fascistissime”. Non una parola di contestualizzazione era presente nella traccia: non avremmo pensato male se tale discorso fosse stato utilizzato come citazione in un tema sulla dittatura, ma in un tema sui giovani ci sembra davvero forzata, quasi che qualcuno avesse cercato le parole “Mussolini” e “gioventù” su google e avesse cliccato su “mi sento fortunato”. Mentre la cosiddetta opinione pubblica è distratta dalla querelle sulle foibe, è così passato lo sdoganamento ufficiale di Mussolini, che viene addirittura posto sullo stesso livello di Togliatti, di Aldo Moro e del papa polacco. Il tutto intriso in una retorica del “leader” che strizza l’occhio, in modo neanche troppo nascosto, al presidente del consiglio in carica e alla sua modalità di fare politica.
Il resto delle tracce – oltre ad una discutibile citazione dalla “Stampa” sulla felicità (…) – dimostra invece una pochezza culturale quasi imbarazzante: come ha fatto notare il collettivo Senza Tregua, le tracce di quest’anno sembrano uscite dal programma televisivo “La pupa e il secchione” (leggi). Se, da un lato, si tocca il tragico (la citazione di Mussolini), non manca infatti neanche il grottesco: la traccia scientifica fa riferimento addirittura agli Ufo… l’anno prossimo si chiederà una disquisizione sull’oroscopo? O direttamente sulla creazione divina delle specie viventi?
Ridicole e scadenti, insomma, queste tracce, come il resto dell’attività del ministro Gelmini, che non a caso per l’anno prossimo vuole introdurre i quiz INVALSI nelle terze prove (leggi). Tagli ai fondi delle scuole, tagli delle ore di lezione, tagli del personale (docenti e ata), maturità ridotta al copione di “Voyager”, attenzione puntata solo sulla disciplina e non sulla formazione, l’arricchimento culturale e lo sviluppo del senso critico: a chi giova questo genere di scuola?