Il topico destino di Tsipras: da giovane promessa a solito stronzo in due settimane

Il topico destino di Tsipras: da giovane promessa a solito stronzo in due settimane

 

L’annuncio della privatizzazione del porto del Pireo, insieme alla marcia indietro sul debito, trasformano in meno di un mese il governo Tsipras da flebile speranza in acclarata bufala. Ad oggi, l’ultima carta su cui punta il governo greco è un prestito della BCE fino a settembre che non rientri nel famigerato “memorandum” d’intesa tra Grecia e “troika”, cioè non sia collegato ad una serie di riforme indicate da Francoforte. Un prestito che, nonostante gli strepiti tattici del ministro dell’economia tedesco Schäuble, la UE compatta non avrà difficoltà ad approvare (Lucrezia Reichlin docet). La montagna della sinistra riformista sta partorendo il più micragnoso dei sorci da laboratorio. Non è però responsabilità di Syriza. Il problema alla base è la prospettiva da cui si possono guardare gli eventi in questione. Il governo Syriza, ancora oggi, produce uno scenario potenzialmente fecondo entro cui poter finalmente svolgere un ruolo protagonista ed effettivo per le lotte di classe. Ma sono queste, non i cd musicali di Tsipras o il sorriso descamisado di Varoufakis, a rendere possibile la *trattativa*, costruiscono cioè un rapporto di forze. In assenza delle quali Syriza – ma sarebbe così per qualsiasi altra forza di sinistra – non ha alcun ruolo in questa UE, né da comprimario, né da aggregatore di forze politiche ostili ai diktat liberisti. Purtroppo in Grecia, e in sedicesimi in Italia, alle lotte si stanno sostituendo sfilate solidali con il governo greco. Sfilate fatte, qui da noi, con mezzo PD, Sel, associazionismi vari, Cgil, eccetera: come dire, alla faccia dell’intelligenza col nemico. La reiterazione della logica testimoniale non produrrà alcun passo in avanti verso le riforme, dopo un ventennio di controriforme sociali (promosse e approvate dagli stessi soggetti con cui si vorrebbe scendere in piazza a favore di Tsipras) dovremmo averlo abbastanza chiaro, eppure non è così. Reiterare il rapporto con il governo delle larghe intese sperando che una parte di questo si schieri contro la UE liberista non farà altro che rafforzare il governo totale di Renzi e del renzismo, espressione locale del liberismo europeista. Il modo peggiore, insomma, per dimostrare solidarietà a Syriza e al popolo greco.