Il fascismo dell’antifascismo dei fascisti antifascisti

Il fascismo dell’antifascismo dei fascisti antifascisti

 

A sentire Mauro Biani, e con lui il resto delle anime belle della sinistra liberale, il fascismo si affronterebbe con “la cultura”, “la pace”, “la solidarietà”, ma forse anche con la musica, la poesia, i fiori, gli elzeviri, i proverbi e le cene in compagnia. Tutto purché non lo si combatta coi mezzi della politica. Se i fascisti usano la violenza, ci spiega accigliato il mondo della cultura progressista, bisogna rispondere con l’indifferenza, porgendo l’altra guancia, al più organizzare un bel sit in democratico. Proprio come i partigiani. Ah no, loro presero il fucile e iniziarono a sparare ai fascisti. Anche loro, in fondo, ur-fascisti, come direbbe Eco. E allora proprio in questi giorni si divaricano le strade forzatamente tenute insieme a Macerata: da una parte l’antifascismo, quello che non ha paura di organizzarsi e di combattere, rischiando libertà strada per strada; dall’altra l’a-fascismo istituzionale del Pd e della Cgil, convocato a Roma sabato in contrapposizione alla manifestazione di Macerata dello scorso 10 febbraio. Dispiace che l’Anpi – da anni – accetti volontariamente questo ruolo subalterno, di complemento, coprendo a sinistra ciò che non ha più niente a che vedere con la sinistra e l’antifascismo. Parafrasando Biani, l’antifascista è chi l’antifascista fa. Come a Palermo. Meno chiacchiere, citazioni a sproposito e ragioni illuministe. La politica è sangue e merda, come ricordava bene Rino Formica. Ma anche uso della forza. L’orrore della sinistra liberale per questo fatto ci aiuta a separare ciò che è bene rimanga diviso. La manifestazione collaborazionista di sabato prossimo va boicottata. Non si combatte il fascismo con gli strumenti del fascismo. E’ vero. L’antifascista è chi l’antifascista fa.