Il cor(ro)sivo della Militant
Il trompe-l’oeil è letteralmente l’inganno dell’occhio, una tecnica pittorica capace di indurre in chi guarda l’illusione del reale. Ed è più o meno quello di cui sono rimaste vittime in questi mesi decine di politologi, sondaggisti, giornalisti e commentatori, soprattutto di sinistra, incapaci anche solo di immaginare la possibile vittoria di Trump. Ci sarà tempo e modo per analizzare sociologicamente le basi di quanto è successo l’8 novembre, ma a naso ci sembra di poter dire che se utilizassimo esclusivamente le categorie di “destra” e “sinistra”, difficilmente riusciremmo ad uscire dall’inganno dell’occhio. Il populismo, nella sua variante di destra, ha sconfitto il partito di Wall Street. Un multimiliardario ignorante, xenofobo e sessista si è fatto rappresentanza di una classe media impoverita e di una working class ridotta a pezzi dalla globalizzazione. Trump conquista gli stati della Rust Belt, tradizionalemnte operai e democratici, e conquista pure il voto femminile (64%) di quelle donne che lavorano e che non hanno una laurea, evidentemente più sensibili a quello che leggono in busta paga rispetto al politically correct. Segno che la realtà è ben più complessa e al tempo stesso anche più semplice di come spesso ce la descriviamo tra di noi. E’ questo il mondo contraddittorio, sporco e cattivo in cui dovremo imparare ad immergerci e a fare i conti, perchè c’è un filo che collega le fabbriche del Wisconsin con Goro o la Magliana. E spetterà anche a noi decidere di quale colore sarà questo filo, se rosso o nero.