Housing sociale per i militari

Housing sociale per i militari

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Insomma diciamocelo, Alemanno è davvero il Sindaco di tutti; da mercoledì si è candidato ad essere anche il Sindaco di una delle categorie sociali più “disagiate” del nostro Paese: i militari. Vessati dal peso della divisa, messi a patire il freddo in zone di Roma dove ci sono solo loro, costretti a fare i pendolari per venire a lavorare in città… davvero una fedele ricostruzione del degrado urbano. Eppure, nel protocollo d’intesa (firmato lo scorso 28 gennaio con il Comandante del Comando Militare di Roma, Generale Domenico Rossi) Alemanno ha voluto fortemente specificare come “la questione della casa è un problema storico: bisogna dare delle risposte in termni di housing sociale anche ai militari, che spesso hanno difficoltà a reperire alloggi”, sottolineando come “per i militari emerga la difficoltà a trovare soluzioni per i propri alloggi, in considerazione del loro pendolarismo; spesso raggiungono la capitale e qualora decidono di trovare una casa… i costi risultano essere troppo alti anche per gli affitti”. Ma va. Fortuna che ce ne siamo accorti, si potrebbe dire. Un po’ meno fortunati se consideriamo in che contesto ci si è avveduti delle lacune del nostro sistema edilizio; un po’ più incazzati se la presa di posizione del Sindaco sbaraglia tutte le vertenze di lotta in atto a Roma per l’assegnazione di un tetto stabile e dignitoso. Una rapida sterzata, una fuga contromano, una manovra privilegiata che rischia di infrangere anni di lotte per tutti i cittadini di Roma, portate avanti senza appellarsi alla classe (o corporazione in questo caso…) d’appartenenza. Alemanno mette la freccia, sorpassa tutti. A destra. Housing sociale, anche per i militari. Ci risiamo, una nuova sponsorizzazione del pacchetto Berlusconi, nuovi finanziamenti alle gettate di cemento su territori del demanio. Senza minimamente risolvere le annose questioni che opprimono le fasce sociali più deboli della nostra città, che anzi vengono cestinate per “sopravvenuta necessità”. Su questa falsariga ha poi preso parola il Comandante Rossi, alternando un sorriso beffardo ad un ghigno di soddisfazione: “per risolvere il problema della casa per i ragazzi si potrebbero favorire le cooperative militari, studiare la possibilità di ottenere terreni in concessione e programmare l’edilizia militare”. Certo, tanto ci sono solo centinaia di migliaia di famiglie romane che verrebbero nuovamente scavalcate da interessi dei poteri forti (in barba alla delibera 106); di certo non da interessi privati, visto che i terreni da destinare a questo scempio sono pubblici. E così, un’altra bella storia della “Roma Bene” da annoverare tra le nostre pagine di storia quotidiana, nel nostro libro bianco delle lotte senza fine; un altro furto alla dignità collettiva e al patrimonio pubblico, un’altra prode impresa del Sindaco che aiuta chi di aiuti non sa cosa farsene. Un altro calcio in culo a tutti noi, nei modi e nei momenti giusti però (questo va riconosciuto): nella Roma che annaspa tra manifesti inneggianti alle espulsioni e la caccia al rumeno, il clima di perfetta sicurezza e tolleranza zero nasconde i crimini più efferati di cui i giornali borghesi non parlano: i crimini contro i diritti elementari dei cittadini. E poi ci dicono che il crimine non paga…