Gli spazi di agibilità nel nuovo modello universitario: lo sgombero del Lucernario e la sua riconquista

Gli spazi di agibilità nel nuovo modello universitario: lo sgombero del Lucernario e la sua riconquista

 

Lunedì scorso il rettore Frati ha disposto lo sgombero del Lucernario, stabile occupato lo scorso 14 ottobre dagli studenti di Sapienza Clandestina all’interno della Sapienza. In prima istanza lo sgombero è avvenuto senza l’intervento della polizia, ma mandando degli operai a togliere tavoli e sedie presenti all’interno e saldando le porte di accesso. Lo stabile è stato in seguito riaperto dagli studenti, che si sono poi trovati di fronte i soliti dipendenti della Questura che hanno ribadito la volontà di sgomberare lo stabile, come richiesto dal rettore nel caso in cui non fosse riuscito il suo primo tentativo.

Come lo scorso 12 dicembre, giorno in cui la celere era stata mandata a caricare gli studenti che contestavano Napolitano, è stato richiesto alla polizia di intervenire per ripristinare la legalità nell’università. Legalità che gli stessi amministratori dell’ateneo non sanno cosa sia, data la quantità di inchieste della magistratura e di processi che li coinvolgono, a partire dallo stesso rettore Frati.

È d’altronde chiaro che il processo di normalizzazione che ha coinvolto l’università negli ultimi anni  è stato portato avanti in prima istanza contro le esperienze di autogestione e di elaborazione politica che da anni venivano sperimentate dentro l’ateneo, uno degli ultimi luoghi di aggregazione rimasti per i collettivi politici. Così come sta succedendo ai compagni della Mensa Occupata di Napoli, cui hanno staccato la corrente e a cui ribadiamo la nostra solidarietà.

Questo processo di normalizzazione si è sostanziato nella privatizzazione della formazione e nel restringimento dell’accesso. Così le università sono diventate un luogo in cui le aziende possono estrarre profitti e selezionare i propri salariati di domani. Politicamente, l’attacco ai collettivi universitari è stato portato impedendo sul nascere qualsiasi possibilità di aggregazione dentro l’università, chiudendo aule e spazi comune, ristrutturando i corsi, facendo in modo che la struttura universitaria sia unicamente vissuta come luogo di passaggio nel momento degli esami, ma non di convivenza durante le lezioni e nel resto dell’anno. L’obiettivo di smobilitare l’università-fabbrica trasformandola in università-campus non può che ricordare le trasformazioni che in questi anni hanno interessato il mondo del lavoro. Allo studente, proprio come al lavoratore, dev’essere impedita qualsiasi forma di aggregazione e partecipazione, fosse solo la frequentazione collettiva delle lezioni, lo studio insieme nelle aule deputate ad esso, il luoghi dove si pranza o di svago.

 In questo contesto si inserisce il tentativo di sgombero del Lucernario Occupato, che probabilmente vedrà sorgere al suo interno degli alloggi per la Scuola di Eccellenza della Sapienza, anche se ad oggi non esiste ancora niente di ufficiale e il nome è tutto un programma.

Uno dei motivi di vanto di Frati e della sua cricca è quello di aver fondato una scuola superiore di studi avanzati, cui accedono ogni anno circa 15 studenti meritevoli, che, non pagando nulla, hanno accesso a corsi tenuti da professori emeriti provenienti da tutto il mondo solo per loro. Tutto ciò mentre chiudono corsi di laurea, chiudono gli studentati e, soprattutto, aumentano le tasse oltre ogni possibile concezione di accessibilità popolare al sistema universitario.

La legalità e il suo ripristino sono dunque i valori fondamentali da rispettare, a scapito di famiglie intere che vengono sgomberate dalle loro case o di lavoratori che vengono caricati mentre bloccano i cancelli dei magazzini in cui lavorano, mentre si mettono in piedi appalti truccati, si delocalizzano le fabbriche, si condannano centinaia di migliaia di proletari ad una condizione di disoccupazione e precarietà lavorativa alternate, si finanziano rivolte fasulle nei paesi periferici per sfruttare la manodopera di quei paesi e per fregargli le risorse su cui siedono. Forse esiste una contraddizione alla base di cui i processi di trasformazione universitaria costituiscono uno degli innumerevoli epifenomeni.

Il lucernario è ora tornato nelle mani degli studenti, che chiedono a tutti di passare in questi giorni a dare solidarietà e hanno lanciato per oggi, 25 giugno,  un appuntamento alle 11 là sotto per andare fino al rettorato a chiedere un incontro con Frati.