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Quanto sta succedendo in Italia in questi mesi meriterebbe sicuramente un’attenzione maggiore da parte di tutti, e soprattutto da parte di chi questo stato di cose presente si prefigge di abolirlo. Il commissariamento del Paese da parte della BCE e il golpe suave che ha portato Monti al governo sono solo l’apice di un processo di redifinizione della “forma Stato” iniziato ormai da molti anni e che sta determinando una ristrutturazione in chiave europeista, anche obtorto collo, di tutte le forze politiche. La grosse koalition tra PD, PDL e terzo polo che attualmente assicura al premier i numeri che gli sono necessari in parlamento inizia ad essere ipotizzata da molti come una possibile soluzione anche in vista delle elezioni politiche del 2013. Ciò che più conta, però, è che a prescindere dagli scenari futuri che lasciamo ai politologi, la costituzione manifesta di un “partito unico” del Capitale sia ormai un fatto acclarato, pubblico. Tanto per dirne una Alfano, Bersani e Casini, che fino a qualche settimana fa evitavano per pudore perfino di farsi fotografare insieme, sono ormai sempre più spesso a braccetto, anche a favore di telecamere. E se qualcuno di loro prova anche solo timidamente a sganciarsi su qualche questione, magari per la paura di perdere appeal presso il proprio elettorato, ci pensa Monti a rimetterli in riga. La polemica sulla credibilità del sistema dei partiti armata a mezzo stampa durante il suo viaggio in Asia è quantomai significativa e chi, per un motivo o per l’altro, si tira fuori da questo frame unitario viene adeguatamente “bastonato”. Non crediamo infatti sia un caso che lo scandalo sull’uso allegro dei finanziamenti pubblici da parte della Lega sia venuto fuori solo adesso. Bisogna essere ingenui per credere che tutto questo non fosse noto da tempo. Così come bisogna essere altrettanto ingenui nel non vedere il filo diretto che collega il potere economico/politico a quello mediatico e giudiziario, con buona pace di chi continua ad illudersi sulla cosiddetta terzietà dello Stato senza coglierne la reale natura. Aggiungiamo, a mo’ di chiaroveggenza, che se fossimo in Di Pietro cominceremmo a preoccuparci…