Foibe e “profumo di soldi”

Foibe e “profumo di soldi”

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da senzatregua.org

Si avvicina il 10 febbraio, e come ogni anno dal 2005 a questa parte, l’approssimarsi della cosiddetta “giornata del ricordo” è l’occasione per AN (il partito che più di tutti si è speso per istituire questa sorta di “25 aprile” di destra) per farsi un po’ di pubblicità. In realtà la strumentalizzazione e la mistificazione delle “foibe” ha ragioni e scopi ben più profondi su cui, però, sarà bene tornare con un apposito post. Quest’anno, la novità è che a Roma gli spot elettorali AN se li è pagati con i soldi pubblici, e questo grazie alla complicità del Blocco Studentesco. Ve li ricordate quelli che qualche mese fa parlavano di rivolta generazionale? Quelli che facevano i ribelli antigovernativi? Ma si, dai, quelli che dopo Piazza Navona, a forza di piangersi addosso hanno ottenuto la sponsorizzazione della Kleenex. Avete presente? Ebbene, come ricordavamo in piazza qualche tempo fa questi signori (è proprio il caso di dirlo) fanno parte insieme ai giovani di AN della maggioranza che quest’anno regge la Consulta Provinciale Studentesca. Stiamo parlando di un organismo che, per quanto scarsamente rappresentativo del panorama studentesco romano, gestisce qualcosa come 75.000 euro annui, e a cui quest’anno sembra sia arrivato un ulteriore finanziamento di 50.000 euro. Non è difficile capire, allora, perché il blocco faccia di tutto pur di sedersi al tavolo dove ci si spartisce la torta. E se questo significa contraddire con i fatti quanto si strombazza ai quattro venti a parole, che problema c’è? Come dicevano nell’ottocento: Francia o Spagna, basta che se magna. Ma andiamo con ordine. Qualche giorno fa, dopo aver bellamente ignorato la giornata della memoria per cui non è stato fatto nulla (i fascisti, si sa, hanno un po’ d’imbarazzo nel parlare dei lager), la Consulta ha pensato bene di investire tutte le proprie energie per organizzare una grande kermesse a ridosso del giorno del ricordo. Inizialmente, nel manifesto pubblicato sul loro sito campeggiava addirittura, come ospite d’onore, il ministro della Pubblica (d)Istruzione Maria Stella Gelmini. Questo tanto per far capire quale corrispondenza ci sia tra la Consulta e il mondo studentesco. Lo scorso autunno tutti, ma proprio tutti gli studenti sono scesi in piazza contro la riforma e loro chi invitano? Il ministro più odiato d’Italia. Dei Geni. Ma andiamo avanti. Saputa la notizia abbiamo lanciato sul nostro blog un appello alla mobilitazione per contestare questa ennesima pagliacciata e per dire no al revisionismo. La cosa deve aver colpito nel segno se, tempo una settimana, il Blocco ha tentato (pateticamente) di smarcarsi dalla maggioranza della consulta con un comunicato pubblico. Ma, come vedremo e come scrivevamo prima, le chiacchiere sono una cosa e i fatti un’altra. Nel frattempo, venuta meno la disponibilità del ministro i “nostri eroi” hanno un po’ ridimensionato l’iniziativa senza rinunciare, però, a regalare una tribuna ai dirigenti di AN. E già. Perché questo è lo scandalo nello scandalo. Fra i relatori chiamati a pontificare di foibe non figurava neppure uno storico, ma soltanto politici legati ad AN e a Forza Italia, insomma, altro che par condicio, qui siamo arrivati ai comizi di regime (coi soldi pubblici) davanti a studenti ignari attratti dalla possibilità di usufruire di un’assenza giustificata. Forti delle nostre ragioni abbiamo quindi mantenuto l’appuntamento per questa mattina chiamando ad un volantinaggio di massa nel piazzale della fermata Laurentina della Metro. Una scelta non casuale, visto che qualche anno fa la giunta Rutelli intitolò quel piazzale ai “martiri” delle Foibe. E visto che l’anno scorso in quella piazza è stato inaugurato un monumento (sempre ai “martiri delle foibe”) che è un concentrato dell’ipocrisia della nostra classe dirigente, perché omette di ricordare le vittime di oltre 20 anni di dittatura fascista in Istria e non dice una sola parola sui 300mila morti causati dall’aggressione italiana in Jugoslavia. Crimini di guerra per cui nessuno ha mai scontato un solo giorno di carcere. Insomma, una piazza fortemente simbolica. Lo sapevamo noi e lo sapevano anche i fascisti, ai quali la cosa dev’essere andata di traverso. Almeno a giudicare dai messaggi intimidatori arrivati sul blog nei giorni scorsi. Ma si sa, can che abbaia non morde e infatti di fascisti in piazza neanche l’ombra. Anzi no. In realtà qualcuno del blocco c’era. Per l’esattezza una ragazza e un ragazzo di Roma 3 beccati, da brave spie, a fare foto al presidio e costretti ad andarsene con la coda tra le gambe. Verso le 10 ci diamo una contata, siamo un’ottantina e conveniamo sul fatto che sarebbe un peccato limitarci ad un volantinaggio. Il tempo di organizzarci e partiamo con un corteo spontaneo alla volta del Palazzo dei Congressi, del resto siamo studenti, quell’iniziativa è fatta anche a nome nostro, perché non dovremmo poter entrare e confrontarci democraticamente? Eh beata ingenuità, in realtà il quartiere è blindato neanche stessero difendendo il palazzo d’inverno e in viale dell’Arte troviamo la polizia e i carabinieri schierati a sbarrarci il passo. Dietro le guardie (come sempre), a fare da servizio d’ordine, le facce più note del Blocco. Ma come? Non avevano rotto con Moi e Azione Giovani? Non erano quelli integri? Parole, parole, parole… Dopo un’oretta e non prima d’esserci fatti sentire e d’aver aver fatto notare ai dirigenti di piazza quanto sia bizzarro che la polizia sia chiamata ad impedire a degli studenti di partecipare ad un’iniziativa pubblica (e pagata anche con i loro soldi) ci dirigiamo alla fermata della metro più vicini. Finita qui? Neanche per niente. Ci riconvochiamo sotto la sede della consulta per un’azione dimostrativa. Voi fate i vostri sporchi affari, e noi vi rompiamo le uova nel paniere. Anzi le uova ve le rompiamo addosso. E se ancora non aveste capito quanto ci fate schifo voi e il fascismo, ve lo scriviamo grosso e chiaro. Poi di corsa ad occupare la direzione dell’Ufficio Scolastico Regionale per dirne quattro a chi avalla e permette questi scempi, e perché sia chiaro a tutti… noi non ci fermiamo.

 

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