Contro il reato d’opinione, anche noi vogliamo Speziale libero!

 

Il copione repressivo orchestrato dal circuito politico-mediatico, per giunta questo volta davvero condiviso da tutte le posizioni politiche – anche le meno sospettabili, ha raggiunto ieri il suo punto culminante, e cioè l’introduzione del reato d’opinione. Gennaro De Tommaso, ultras del Napoli, sarebbe stato oggetto di un provvedimento di divieto di accesso alle manifestazioni sportive (un Daspo di 5 anni!), nonché indagato dalla magistratura, per la maglietta indossata sabato scorso all’Olimpico, recante la scritta “Speziale Libero”. Anche altri tifosi del Napoli l’altro ieri sera, nella partita contro il Cagliari, sarebbero stati fermati e allontanati dallo stadio con l’unica accusa di indossare la maglietta incriminata. Bocciata da anni dal dibattito pubblico, quindi, la proclamazione del reato d’opinione è rientrata dalla finestra sfruttando il clima accusatorio verso il tifo organizzato, oggi più che mai terreno di sperimentazione di tecniche repressive da estendere al resto della società. Un fatto inaudito, che per fortuna ha smosso anche quegli esponenti liberali più coscienti, come il giornalista Enrico Mentana, che giustamente si diceva perplesso di un provvedimento disciplinare per la manifestazione di un’opinione, cioè la vicinanza ad un condannato in primo grado (qui la parte di trasmissione, di cui condividiamo al 100% le parole espresse). Ora, non solo la vicenda Speziale è uno dei molti buchi neri della giustizia italiana, ma qui siamo di fronte ad un salto qualitativo delle politiche repressive a dir poco epocale. Se dovesse passare senza intoppi, e anzi col malcelato compiacimento di una sinistra legalitaria distante anni luce dalle contraddizioni sociali che dice voler rappresentare, un domani (molto prossimo) quello stesso reato sarà utilizzato contro di noi, magari per una maglietta non conforme ai desideri del magistrato di turno, o per un’opinione discorde rispetto al politicamente accettabile. Oggi più che mai è necessario batterci non solo per la liberazione di Antonino Speziale, ingiustamente elevato a mostro pubblico da sbattere sui media nazionali garantendo l’impunità di Stato, ma solidarizzare con Gennaro De Tommaso, accusato illegalmente di aver espresso, tramite una maglietta, la vicinanza a Speziale e alla sua vicenda.

E’ necessario ribadire il concetto: se oggi passa in silenzio questo paradigma contro i tifosi organizzati, domani ce lo ritroveremo contro le organizzazioni politiche e sociali che portano avanti il conflitto nel paese. E quando fioccheranno denunce contro militanti politici solo per aver espresso un’opinione, per quanto radicale o anche opinabile, se non ci batteremo oggi per questi fatti con quale coerenza chiederemo solidarietà quando saremo noi sul banco degli imputati? Se oggi il mondo politico ci chiede di scegliere fra la legalità di Alfano e la presunta illegalità di Gennaro De Tommaso e di Antonino Speziale, oggi noi ribadiamo che non saliamo sul carro dei poliziotti di Stato. Speziale e De Tommaso liberi!