Consigli (o sconsigli) per gli acquisti

Consigli (o sconsigli) per gli acquisti

Con questo post iniziamo una rubrica di recensioni disordinate su quello che ci piace (romanzi, saggi, film, dischi…), e quello che proprio non digeriamo. Insomma, iniziamo a parlare del nostro immaginario.

tortuga-copy.jpg

E’ uscito da qualche giorno nelle librerie l’ultimo romanzo di Valerio Evangelisti, Tortuga. Abbandonate, speriamo solo momentaneamente, le vicende dell’inquisitore Eymerich, lo scrittore bolognese si concentra su quell’universo gravido di miti e simbologie rappresentato dalla pirateria. E lo fa alla sua maniera, coniugando magistralmente contestualizzazione storica (immaginiamo frutto di scrupolose ricerche) e creatività narrativa. Scordatevi le gambe di legno, i pappagalli sulle spalle e tutto il resto dell’approccio disneyano al tema. Non c’è nessun Johnny Deep a prestare la faccia, ne vecchietti dall’aria bonaria. Qui ci sono violenza, sopraffazione, maschilismo, razzismo, sangue… Ma come sempre accade nei libri di Evangelisti la narrazione supera i confini del genere e il romanzo, in qualche maniera, diviene strumento di critica sociale terribilmente attuale. Senza entrare nel merito di una storia che comunque ha il pregio di tenere incollato il lettore al libro, si leggano ad esempio le seguenti riflessioni che l’autore fa pronunciare ai protagonisti:

<Capirete in seguito, messo piede alla Tortuga. L’ultima fase è quella in cui la ferocia naturale è tradotta in filosofia. L’egoismo più sfrenato è spacciato come libertà, la spietatezza più estrema diventa norma di condotta morale. La belva che è in tutti noi non solo ferisce e uccide, ma cerca giustificazioni etiche alle sue malefatte. Le peggiori torture diventano “inevitabili”, ogni uccisione è legittimata sulla base del “dobbiamo pur sopravvivere”. A la guerre comme à la guerre. Non si ammette che l’uomo è in sé una fiera.>

<Sarebbe l’ultima fase?> chiese Rogèrio, che aveva capito poco del discorso

<L’ultima fase trai Fratelli della Costa, passano da una degradazione all’altra. Credono di essere dei paria, e invece sono gli embrioni della società a venire>

e più avanti

<La società di qui si fonda sul denaro e non ha altri valori. Si rischia la vita per l’oro, e si passa il resto del tempo a spendere. Si comprano uomini, donne, cose, animali e generi da consumare in fretta, prima di morire. Non esistono altre leggi (…) L’unica norma etica della Tortuga è “homo homini lupus”.>

Insomma, toglietegli i tricorni e le daghe, infilategli un bel completo di Armani e un palmare in mano e poi dite se non somigliano a quegli squali che speculano sulla vita di milioni di proletari. Capitani d’impresa invece che di qualche veliero al soldo della corona francese.

Concludendo, questi 16,50 euro per queste 330 pagine sono comunque soldi ben spesi. Se poi riuscite a “procurarvelo” in altro modo, meglio per voi.

Valerio Evangelisti, Tortuga, Mondadori,16,50 euro