consigli (o sconsigli) per gli acquisti

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A ridosso delle feste natalizie i tipi dell’Einaudi fanno un gradito regalo a tutti noi divoratori di noir mandando alla stampe un “nuovo” romanzo di Don Wislow, La lingua del fuoco. In realtà il libro è stato scritto nel 1999, ben 7 anni prima del fenomenale Il potere del cane, ma come sempre accade per gli autori stranieri scoperti tardi le traduzioni non seguono mai un filo strettamente cronologico e questo inevitabilmente impedisce di seguirne l’evoluzione stilistica. Ma non staremo certo qui a lamentarcene visto che comunque c’è stata data l’opportunità di leggerci un altra pregevole prova del talentuosissimo scrittore newyorkese. Il protagonista questa volta si chiama Jack Wade, ed è un ex-poliziotto del dipartimento incendi ora impiegato nell’ufficio sinistri di una compagnia d’assicurazione. Il compito di Jack è quello di indagare sulla natura degli incendi, scoprire se sono dolosi o spontanei, e per farlo deve riuscire ad ascoltare ed interpretare la lingua del fuoco. Perchè “il fuoco parla una sua lingua. (…) lo fa mentre arde, con il bagliore della fiamma, del fumo, con la velocità con cui si propaga, con i suoni che produce a seconda delle sostanze che brucia; e una volta spento, lascia anche un reoconto scritto del suo passaggio. Il fuoco è lo storico di se stesso. E’ talmente orgoglioso che non può fare a meno di narrarti cosa ha fatto e come lo ha fatto.” E proprio questa capacità di Jack di leggere la grammatica e la sintassi di un incendio lo porterà a scontrarsi con gli interessi della mafia russa che controlla parte del territorio californiano in un intreccio mai scontato di avvenimenti in cui emergono alcuni dei temi “sociali” e “politici” che saranno poi l’architrave narrativo de Il potere del cane. Insomma davvero un bel libro, da regalare o farvi regalare. Senza anticiparvi nulla di più diciamo solo che alcune pagine, come quelle in cui viene descritto lo sviluppo di un incendio, sono scritte in maniera magistrale e vi lasciamo con un consiglio che può risultare sempre utile: …come sa ogni investigatore, più una persona parla, più è facile che menta, che si confonda, che dica cose che non quadrano con i fatti. Insomma, che si trovi senza accorgersene con i piedi ben piantati nel cemento. La maggior parte delle persone si mettono in trappola da sole. E’ una verità di base: se la polizia ti strappa dal letto alle quattro del mattino per accusarti dell’omicidio di Kennedy, del rapimento di Lindbergh, o anche di complicità con Ponzio Pilato, la prima cosa da fare è tenere la bocca chiusa. Se ti chiedono quanto sei alto, qual è il tuo colore preferito o cosa hai mangiato a colazione, tieni la bocca chiusa. Se ti chiedono se la notte è più buia del giorno, se su è più alto di giù, tieni la bocca chiusa. Punto e basta. Ci sono quattro parole, solo quattro, che puoi pronunciare: voglio il mio avvocato. E quando il tuo avvocato arriva sul posto, ti darà un saggio consiglio. Tieni la bocca chiusa. Se lo fai, con ogni probabilità lascerai la stazione di polizia da uomo libero.

Don Wislow/La lingua del fuoco/Einaudi/21.00 euro