“Ciao” Giampi… No Rip

“Ciao” Giampi… No Rip

Ieri è morto Giampaolo Pansa e questa mattina le pagine dei giornali si sono riempiti dei consueti “coccodrilli” e dei ricordi commossi dei suoi colleghi. Sulle pagine del Corriere della Sera Valter Veltroni, chiamandolo confidenzialmente “Giampaolo”, lo definisce un “narratore col binocolo”, un “meraviglioso raccontatore”, “un giornalista onesto, benchè aspro”. Basterebbe forse quest’ossequioso ricordo da parte del fondatore del PD, quello che oggi viene spacciato come partito di sinistra, per comprendere alcune delle ragioni dello stato in cui siamo ridotti e la ripugnanza che questo termine, “sinistra”, oggi provoca in larghi strati delle classi popolari. Noi, dal canto nostro, non ci uniamo al coro nè tantomeno, come talvolta si usa in questi casi, sentiamo il bisogno di rendere l’onore delle armi al nemico caduto, anzi, oggi per i comunisti è un giorno un po’ meno di merda del solito e forse non a caso il sole splende alto. Giampaolo Pansa era è resta un revisionista della peggior specie, uno che si è reso protagonista consapevole dell’attacco alla storia dei comunisti  e della lotta di classe di questo paese, e che lo ha fatto perchè prezzolato, per il proprio tornaconto personale, vendendo il suo pedigree di giornalista e storico “di sinistra” che finalmente rompeva il silenzio per dire “la verità”. Quindi oggi il nostro ricordo non può che andare al 16 ottobre di quattordici anni fa, quando partimmo da Roma per contestarlo e a dirgli che quella storia che lui avrebbe voluto macchiare noi invece ce la rivendicavamo tutta, in ogni suo aspetto, in ogni sua contraddizione. Uno dei piccoli meriti che ci possiamo riconoscere come collettivo fu proprio quello di essere riusciti, con quell’azione, a infrangere l’immagine di Pansa come “storico super partes” riportando la questione dell’uso della memoria sul piano dello scontro politico. Da quel giorno Pansa divenne di fatto lo “storico” della destra e questa cosa probabilmente non ce l’ha mai perdonata visto che in ogni libro che ha scritto dopo “La grande bugia” non ha perso occasione per ricordare e condannare la nostra contestazione. Per quello che vale siamo felici di essere stati la tua ossessione, “ciao” Giampi… No R.I.P.