I “cuccioloni” del potere

Ci sono episodi che permettono a chi li commenta di dare il meglio di sé. Ci riferiamo, in questo caso, ai servizi televisivi che si sono succeduti sulla sacrosanta protesta degli studenti universitari.

Una postazione di tutto rispetto nella classifica dei servizi più patetici nella storia dei telegiornali italiani è stata conquistata dal tg1 di Minzolini che, la sera del 24, ha mandato in onda un servizio sugli scontri davanti al Senato frutto di un quanto meno “singolare” copia-incolla: evidentemente insoddisfatti dalla quantità e dalla qualità degli scontri – forse non c’erano abbastanza sangue e violenza per far alzare a sufficienza l’audience – i montatori del servizio hanno deciso di utilizzare immagini di repertorio, in particolare quelle relative alle cariche contro gli aquilani in una manifestazione del luglio scorso. Un “errore tecnico”, lo ha definito poi, scusandosi, la segreteria di redazione del tg1. Ci chiediamo solo come possa avvenire un “errore tecnico” del genere… di cui, tra l’altro, si accorgerebbe in fase di montaggio anche un cieco.

Più soddisfatto dell’esito della giornata è apparso invece Emilio Fede, il cui show televisivo (che non abbiamo il coraggio di definire telegiornale) ha non a caso una quantità di ascolti ridicola. Nel servizio della sera del 24 (vedi), Fede si è lasciato andare infatti a commenti che, se anche non ci possono sorprendere, ci stimolano quanto meno qualche riflessione. E così giù a dire, farfugliando, “sono delle bande”, “questa è gentaglia”, “un popolo civile, quale NOI siamo, quando si trova davanti a queste situazioni dovrebbe intervenire e menarli perché questi vanno solo… capiscono solo di essere menati… Poi sono quelli – non tutti quelli – che poi organizzano, e fanno attentat… vabbè, lasciamo perdere, ma l’estremismo là dentro – rosso ovviamente – c’è”, “che l’abbiano arrestato non è un bilancio, è una buona notizia” (!!), “arrestati, ma tanto trovano subito qualcuno che li libera e gli dà un buffetto sulla guancia”, “Venti fermati… ma poveri cuccioloni, saranno già a casa, fra le coperte, a prendersi del tè caldo… e due arresti, due arresti vuol dire che dopodomani sono liberi anche loro di fare i cuccioloni”, “Venti fermati e due arresti? Pochi!” (!!), “Pensate che stanno gridando «dimissioni, dimissioni», anche loro si aggiungono alla voce… dimissioni dimissioni di chi? Forse dalla società civile dovrebbero dimettersi loro!”. “Se non è vergogna questa, qual è la vergogna?” si chiede con una certa enfasi, ad un certo punto, Emilio Fede. Potremmo rispondergli facilmente enumerando tutte le cose di cui si dovrebbero vergognare persone come il suo datore di lavoro, la finta opposizione politica italiana, persone come Marchionne e Montezemolo… e la lista sarebbe ancora lunga. Ma potremmo anche rispondere ricordandogli quello di cui si dovrebbe vergognare lui, non ultimo il fatto di essere indagato, all’età di 80 anni (!!), per favoreggiamento della prostituzione (leggi), almeno secondo quanto affermato dal “Corriere della sera”, che non ci risulta essere la “Pravda” : un popolo civile cosa dovrebbe farne di lui? Cosa dovrebbe pensarne? Non è certo il (bis)nonno che si auspica per i propri figli…

Ancora più significativo ci sembra, però, il fatto che Emilio Fede – vicino tra l’altro a quel partito dell’AMORE (!!) che vince sempre sull’invidia e sull’odio – si senta in diritto di poter affermare impunemente che gli studenti andrebbero menati. E se una persona qualsiasi – un operaio, uno studente, un pensionato, un disoccupato, un immigrato clandestino – andasse in televisione a dire che un popolo civile dovrebbe menare “gentaglia” come Fede, Berlusconi, Marchionne, il ministro Gelmini o Marcegaglia cosa succederebbe? Si parlerebbe di clima dell’odio, di intollerabile tensione, di preoccupante violenza, di allarme estremismo, di ritorno agli anni ’70, di brigatisti e terroristi. Schifani aggiungerebbe, magari, che prima o poi ci scapperà il morto. Evidentemente, Fede e gli altri cagnolini del potere (cuccioloni anche loro?) non giudicano loro stessi con lo stesso metro di giudizio che applicano al resto del mondo…

Una cosa, però, ci fa sorridere. Se si osservano bene le immagini del tg4 di cui stiamo parlando, si nota come il volto di Fede appaia tumefatto (vedi): poche ore prima, infatti, l’ottantenne direttore del tg4 era stato picchiato e minacciato di morte dall’imprenditore dell’amaro Giuliano, un arzillo settantaquantrenne. Per questioni di donne, si sussurra. Che serva a Fede a ricordare che ad essere menato può essere chiunque…