Il principio di realtà europeista

Il principio di realtà europeista

 

Davvero commoventi certi trafiletti nella loro capacità di dare concretezza al presente. L’entità mitologica denominata “Eurogruppo”, ente sovrannaturale non eletto né nominato ufficialmente ma che, secondo Wikipedia, consisterebbe in “una riunione informale che si svolge alla vigilia di un Consiglio dei ministri dell’Economia e delle finanze”, ha bloccato “l’alleggerimento del debito greco” perché il partito di governo Syriza avrebbe alzato le tredicesime dei lavoratori del paese e sospeso momentaneamente l’innalzamento dell’iva nelle isole dell’Egeo orientale. Soprassedendo sulla questione, a questo punto d’appartenenza metafisica, di una “riunione informale” investita del potere coercitivo di imporre decisioni economiche all’interno degli Stati membri della Ue, è il merito della questione a risultare paradigmatico. Una decisione di politica fiscale viene impedita materialmente, attraverso una ritorsione finanziaria, perché “non in linea” con le indicazioni di una riunione informale. L’alleggerimento del debito è poi una perifrasi se possibile ancor più incantevole: tale alleggerimento avrebbe portato il debito a diminuire del 20% in 43 anni. Tradotto, visto che attualmente il debito greco è del 180% del Pil, nel 2060 attraverso questo alleggerimento sarà nella migliore delle ipotesi formulate dalla Ue, del 160%. Questa la realtà dei fatti di una Ue in cui la sovranità materiale è delegata a riunioni informali di tecnici finanziari che decidono i destini delle popolazioni dei singoli paesi membri. Questo peraltro il margine di autodeterminazione concesso ad un paese che dal 2015 è il più ligio esecutore delle raccomandazioni europeiste. A dimostrazione, una volta di più, che non può esistere “altra Europa” che non passi per la rottura di questa Unione europea.