Le conseguenze politiche della catastrofe

Le conseguenze politiche della catastrofe

ITALY EARTHQUAKE

Tanto, troppo è lo schifo cui stiamo assistendo in questi giorni per non tornare sull’argomento. E ci torniamo in maniera più netta, più chiara: la tragedia avvenuta, tutt’altro che inevitabile, è colpa dello Stato e dei Governi, questo Governo in particolare. Ma come, direte, un terremoto adesso lo si vuole accollare ad una parte politica? Si vuole speculare sui morti, sulle tragedie naturali?

Si, quello che è avvenuto è colpa del governo. E’ colpa del governo perchè chi ha deciso politicamente di costruire in quel modo tutti i nuovi edifici dell’Abruzzo (come di ogni altra regione) è lo stesso soggetto che occupa oggi le poltrone dell’esecutivo attuale e della maggioranza parlamentare. Sono gli stessi parlamentari che presiedono inamovibili da svariate legislature i posti in parlamento, promuovendo e firmando tutte le leggi sull’edilizia approvate in questo paese. Gli stessi identici politici che nell’arco di 30 anni hanno approvato ben 3 (tre) condoni edilizi totali, consentendo ogni genere di abuso o speculazione sulle costruzioni. Sono gli stessi che stanno per approvare il famigerato “piano casa”, che consentirà di allargare ulteriormente la propria abitazione del 20%, senza controlli che non siano la mera “autocertificazione”.

E’ colpa dello Stato, in tutte le sue istituzioni, in tutte le sue forme. Da secoli chi di dovere sa che l’Italia è il paese più esposto a eventi sismici in Europa. Da secoli siamo attraversati da terremoti piccoli e grandi. Niente è cambiato, niente cambierà. Aspettiamo inermi la prossima sciagura, magari a Napoli sul Vesuvio, o forse in Sicilia della valle dei Templi completamente rovinata dall’abusivismo.

La sciagura avvantaggia il governo e le istituzioni, come ogni crisi che si rispetti. Siccome Berlusconi sa il fatto suo, ha subito cavalcato la crisi, sicuro del proprio tornaconto in termini di immagine ed elettorali. Il presidente in mezzo alla gente, fra le gente povera…il re fra i suoi sudditi. Sapendo benissimo che se c’è qualcuno che ha così ridotto quella regione è proprio Berlusconi con tutta la classe dirigente italiana, immutata ed immutabile da decenni. Fiutato l’affare, il marpione ha subito capito le gigantesche possibilità di guadagno che può rappresentare un evento del genere.

Non bisogna leggersi Naomi Klein (“Shock economy”), per capire quanto può fruttare un evento del genere ai soliti palazzinari assetati di soldi e finanziamenti. Nuove “New Town” (idea vecchia e soprassata) sorgeranno, costruite dai soliti speculatori dell’edilizia, forti del clima di consenso e di approvazione generale.

La crisi naturale che avvantaggia lo status quo, i governanti e lo stato, gli speculatori e gli sciacalli delle sciagure. Tutti promettono di cambiare affinchè non cambi nulla.

L’unica tristezza è la completa scomparsa di qualsiasi opposizione. Tutti presi dalla generale pacificazione nazionale e sociale che induce questi eventi. Anche i sindacati di base ci sono cascati con tutte le scarpe. “Rinviato lo sciopero”, proclamano. Perchè in situazioni del genere non si può criticare, non si può generare conflitto, bisogna essere tutti uniti e volerci bene. E intanto fanno il gioco del padrone. Altro che solidarietà, in momenti del genere servirebbe colpire duro verso i responsabili di questa ennesima sciagura. E invece tutto tace, tutti pronti a diventare piccole “Caritas”, visto che in eventi del genere parlare di politica è disdicevole.

Pazienza. Pazienza se terremoti del genere in California o a Tokio non farebbero cascare neanche un vaso di fiori, l’importante è che gli italiani in situazioni tragiche sappiano tirare fuori la loro proverbiale generosità, tutti a versare i contributi, tutti a garantire i soldi necessari alla ricostruzione. Ricostruzione che verrà affidata a ditte private, che su questa tragedia aumenteranno a dismisura i propri profitti.

E così saremo tutti più felici…noi italiani brava gente….