i paradossi del battiquorum

i paradossi del battiquorum

battiquorum

Si sono aperte da poco le urne e per i resti della (cosiddetta) sinistra radicale è cominciato il battiquorum. Chi riuscirà a superare lo sbarramento antidemocratico del 4% imposto da PD e PDL? Gli ultimi sondaggi pubblicati il 18 maggio non erano granchè lusinghieri e relegavano tanto la lista comunista che SL intorno al 3%, con il PCL lontanissimo da tutti. Ma i sondaggi, è cosa nota, servono anche ad indirizzare l’elettorato e quindi spesso lasciano il tempo che trovano… Per intenderci, in questi giorni ogni segreteria di partito ne sta facendo girare alcuni commissionati “in segreto” che puntualmente assicurano il successo della propria compagine ed il fallimento di quella rivale. Staremo a vedere, consapevoli come abbiamo provato a spiegare più volte, che in un caso o nell’altro per i lavoratori cambierà ben poco. La cosa paradossale, però, è che nonostante gli appelli al voto in realtà nelle segreterie dei partiti della sinistra radicale da qualche giorno stanno facendo il balletto dell’astensionismo, con buona pace del “valore democratico della partecipazione elettorale”. Il ragionamento è semplice, meno gente andrà a votare e più facilmente lo zoccolo duro di voti su cui i partiti (soprattutto PRC-PDCI) possono contare riuscirà a rappresentare il 4% dell’elettorato. Voci attendibili ci dicono, ad esempio, che la lista comunista conta di prendere circa un milione di voti. Questo pacchetto di voti potrebbe essere sufficiente, però, solo se meno del 65% degli aventi diritto si recherà alle urne. Per quanto ci riguarda e tempo permettendo noi domani alla cabina elettorale preferiremo quella balneare.