Una vittoria operaia, una vittoria “di classe”

Una vittoria operaia, una vittoria “di classe”

 

Negli stessi giorni in cui non l’insipienza, ma la precisa volontà dei magistrati toglie la libertà ai compagni impegnati nelle lotte sociali, sulla base di una sorta di “manuale Cencelli”, dalle aule di tribunale, per una volta, giunge notizia di una importante vittoria. Francesco Ficiarà, nome di battaglia “Falce”, è stato reintegrato per decisione del Tribunale di Modena, lo scorso 18 gennaio, dopo il licenziamento subito dalla Fiat New Holland di Modena. “Falce” partecipa all’Assemblea Proletaria di Bologna, che unisce alcuni operai, impiegati, precari e disoccupati della zona di Modena – Bologna; milita, inoltre, con “Operai Contro”. “Falce”, soprattutto, è un operaio che da 18 anni lavora nel reparto saldatura-lastroferratura, da dove era stato cacciato per motivi disciplinari. La colpa di Francesco consisteva nel difendere quotidianamente i diritti e la salute dei lavoratori, aggregandone la lotta contro lo sfruttamento e contro le piccole grandi provocazioni quotidiane (con gesti che si commentano da sé, come lo strappare sistematicamente i documenti sindacali esposti in bacheca), che avevano l’obiettivo di imporre un clima di terrore dentro la fabbrica, annullando il conflitto e incrinando l’unità di classe. Lo scopo finale consiste nel trasportare anche nella Fiat e nelle grandi fabbriche del suo indotto (alla New Holland lavorano centoventi operai nel solo reparto saldatura) il sistema disciplinare delle piccole aziende, dove le tutele semplicemente non esistono e il datore di lavoro è una specie di padre-padrone. Il giudice ha dato ragione a “Falce”, il padrone ha incassato il colpo e medita vendetta. Intanto, allo stato attuale, preferisce retribuire Francesco senza avvalersi delle sue prestazioni. Preferisce, cioè, pagare per tenerlo a casa: non è un atto folle, ovviamente, ma il logico perseguimento del progetto di allontanare dalla fabbrica tutti gli elementi e le condizioni che lavorano per il conflitto di classe. Il passaggio successivo, per Francesco, consiste quindi nel far valere le proprie ragioni e imporre al padrone la sua presenza quotidiana sul posto di lavoro. Eh sì, perché l’operaio è in fabbrica che svolge il suo intervento politico, che spesso produce i risultati sperati, anche in questi tempi infami, anche nel silenzio dei media e, spesso, persino dei sindacati amici (la vicenda di “Falce” è stata ignorata da tutta l’RSU della fabbrica): non bisogna pensare, infatti, che Francesco abbia avuto la fortuna di trovare un giudice “avveduto”, in quel 18 gennaio. Semplicemente, persino il tribunale ha dovuto certificare l’esistenza di precisi rapporti di forza all’interno della New Holland: gli operai organizzati hanno espresso tutta la loro solidarietà nei confronti del compagno licenziato (non ultimo, presentandosi a testimoniare in suo favore), rispondendo compatti all’aggressione del padrone, della crisi, dei capetti, dei colletti bianchi e di tutti i nemici di classe. La vicenda di Francesco è stata spiegata all’interno dell’iniziativa sul piano Marchionne, organizzata dai compagni del Collettivo Autorganizzato “Assata Shakur” lo scorso venerdì. Nei locali dell’Università di Bologna, sono servite diverse ore di tempo, fino a notte, per delineare il quadro delle vertenze in atto nell’area emiliana (tra la CNH di Modena, la Titan di Crespellano, la Terim di Modena e lo stabilimento Ferrari di Maranello), con gli interventi dell’avv.ssa Marina Prosperi e le testimonianze dirette degli operai.
Il brindisi che idealmente facciamo con tutti coloro che si congratulano quando la classe operaia segna una vittoria contro il padrone altro non è che la ripetizione di quello che abbiamo effettivamente fatto con Francesco, le compagne e in compagni del Collettivo Shakur e tutti gli altri operai, alla fine della serata.
Il lavoro, però, è appena all’inizio: le lotte nelle fabbriche emiliane meritano altro spazio e la solidarietà attiva di tutti i compagni. D’altronde chi altri se non gli operai, avanguardia del proletariato, può evidenziare le contraddizioni del capitalismo? A tutti gli altri proletari il compito di generalizzarne le lotte.