This is England

This is England

Siamo nel 1983 e un montaggio che ritrae Roland Rat, Margaret Thatcher, il cubo di Rubik, il matrimonio reale tra Carlo e Diana, i disordini per le strade e gli skinhead scorre sullo schermo accompagnato dagli accordi in levare dello ska. Questa sequenza di immagini all’inizio del film introduce il contesto di una nazione in guerra soprattutto contro se stessa. 

This is England è la storia di un gruppo di skinhead di una piccola e deprimente città costiera inglese ambientata sullo sfondo della guerra delle Falklands. Il film uscì in Inghilterra nel 2006 ma solo nell’estate del 2011 è stato distribuito nei cinema italiani. Lo stesso regista, Shane Meadows è stato in passato uno skinhead inglese che ha frequentato la scena musicale Oi! dei primi anni ’80 e il National Front per poi tirarsene fuori. Come nei suoi film precedenti, Meadows, si concentra sulla natura e l’origine della violenza e del bullismo nella società attuale. Uno degli aspetti chiave del film è proprio la proposta di considerare tra le esternalità negative della guerra anche la generazione di violenza sul piano interno. In soldoni più che di un film sugli skinhead si tratta di un film sugli anni di merda del thatcherismo.

La violenza dei giovani, le armi, le gang, gli accoltellamenti, per Meadows sembrano essere un riflesso della profonda violenza di uno Stato classista che sponsorizza le sue guerre. Dai media del periodo i giovani con le Doctor Martens ai piedi e la Ben Sherman sul petto furono accusati di terrorizzare la Gran Bretagna nei primi anni 80. Questo film tenta anche di ristabilire un giudizio equilibrato e fornire una lettura alternativa di questo fenomeno culturale. La percezione che se ne ricava è che si sia trattatto della generalizzazione di una cultura abbracciata da individui diversi e per molte ragioni diverse. La moda, la musica e la voglia di ribellione hanno attratto diverse tipologie di giovani anche se fu solo la violenza e il tentativo di aggregarli da parte del National Front a catturare i titoli dei giornali.
Le cose più meritevoli del film, a nostro avviso, sono la regia, la recitazione e ovviamente la colonna sonora. Il personaggio principale, Shaun, è interpretato da Thomas Turgoose, 13 anni. Prima di questo film la cosa più vicina al recitare che abbia mai fatto è stata quella di essere scartato per il ruolo di comparsa in una recita scolastica. Turgoose ci regala una performance incredibile. Lo stesso approccio low profile con il resto del cast dà al film una grande sensazione di autenticità. Non ci sono attori famosi, ad esclusione forse di uno. Le scene, le case, i vestiti sono perfettamente progettati per ricreare la vita di una piccola cittadina inglese del periodo, e ci riesce pienamente con tutto il suo grigiore. Si vede che Meadows deve essere debitore a un certo Ken Loach.
Il tredicenne Shaun è un ragazzino solitario che cresce con la mamma in questa deprimente città costiera. Il padre è morto nella guerra delle Falkland e Shaun viene costantemente preso di mira dai bulli della scuola. Così si imbatte in un gruppo di skinhead che decide di prendere le sue parti. Presto diventa un membro della gang a tutti gli effetti. Gli skinhead gli mostrano una vita di feste e concerti nello spirito original del ’69. C’è gerarchia, ma c’è anche amicizia, sensibilità e una forma di solidarietà. Possiamo vedere come i comportamenti anti-sociali siano un riflesso della loro posizione subalterna all’interno di una società classista, impari e senza speranza nel futuro creata dal thatcherismo. Tuttavia questa atmosfera è ulteriormente rovinata dal ritorno di Combo dal carcere. Più grande degli altri e apertamente razzista, Combo, divide il gruppo cercando di traghettare la banda verso la militanza nel Fronte Nazionale. Con la disintegrazione della cultura della working class, la disoccupazione, il decadimento, diventa facile vedere come l’alienazione degli individui possa cedere alla retorica del nazionalismo sciovinista che in quegli anni (ma ancora oggi) incolpa gli immigrati per i problemi economici e sociali di un’intera società. Shaun viene così catturato dal razzismo e dal teppismo propugnato dal National Front. Molto bella e significativa la scena che ritrae la gang prendere parte in uno squallido pub all’incontro con il National Front dove l’oratore politico si presenta in periferia con i suoi abiti eleganti a bordo di una Jaguar. Un’altra delle scene chiave è quando Combo viene respinto da una ragazza per un amore non corrisposto. In un certo senso il regista ci chiede di considerare il suo razzismo anche come il prodotto di una serie di insicurezze radicate in un’infanzia difficile o in un disagio psicologico.

Questo dà l’impressione di essere un po’ una scappatoia perché, come sappiamo, il razzismo e il fascismo non sono prodotti di malattie mentali o traumi infantili ma il risultato delle profonde divisioni di classe di una società nella quale la gente di fronte a un futuro incerto e a una povertà implacabile e dilagante cerca delle spiegazioni semplici. La rappresentazione cinematografica del razzismo e del fascismo è sempre stata un terreno difficile. Per rimanere agli ultimi anni, Romper Stomper in qualche modo ha glorificato il razzismo neonazista. American History X, per quanto dichiaratamente anti-razzista, ha decontestualizzato totalmente il fascismo. Questo film non ripete totalmente gli stessi errori, è un film difficile e scomodo e costringe a riflettere.
Nel frattempo dall’altra parte dell’oceano ci sono le Falkland. Una manciata di piccole isole di scarso valore che sono diventate il punto di riferimento della politica estera per due capi di stato che cercano di uscire dalla loro impopolarità. Con i lavoratori in piazza a Buenos Aires e oltre tre milioni di disoccupati in Gran Bretagna la guerra rappresenta un’opportunità sia per Galtieri che per la Thatcher di riprendere il controllo sulla classe operaia.

Come Meadows ha fatto notare, relativamente alla propria esperienza personale, non è stata solo l’alienazione della working class ad aspirarlo dentro il Fronte Nazionale. Questa atmosfera velenosa fu certamente aiutata dallo sciovinismo della Thatcher ma come ha reagito la sinistra inglese durante quel periodo? Alcuni britannici si sono schierati per la riconquista delle Falklands e altri con gli antimperialisti argentini e altri ancora sono rimasti passivi. Quando osserviamo che buona parte della sinistra di oggi sostiene o ha sostenuto più o meno criticamente l’attacco a Gheddafi da parte dei ribelli e della Nato sembra che non abbiano imparato niente nemmeno da quella lezione. Si tratta della cancellazione dei principi cardine della classe operaia a partire da quello dell’internazionalismo. Per quanto ci riguarda preferiamo di gran lunga la cultura di ribellione della working class, di cui anche gli skinhead original erano parte.

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