Scrivono opportunità, leggiamo sfruttamento: contestata l’ennesima riforma privatizzante dell’Università

 

Oggi come studenti medi e universitari abbiamo contestato la formalizzazione dell’accordo tra La Sapienza e l’ufficio scolastico regionale che prevede l’alternanza scuola-lavoro per gli studenti degli istituti superiori, oltre che ulteriori normative per quanto riguarda i tirocini e la formazione degli insegnanti. Ancora una volta quella che viene fatta passare come opportunità è soltanto l’ennesima occasione di sfruttamento: per sopperire alla mancanza di fondi pubblici, invece che assumere personale strutturato, si sceglie ancora una volta di usare gli studenti come manovalanza a basso costo, gratis o con pochi spiccioli di rimborso; il tirocinio con la promessa di esperienza e di una futura assunzione non è altro che un regalo alle aziende… ma lo studio è un diritto, così come il lavoro! Se lavoriamo ci dovete pagare!

Scrivono opportunità, leggiamo sfruttamento.

 

Come si entra nel mondo del lavoro oggi in Italia? Quali sono le possibilità che si presentano a chi si appresta a finire la scuola e l’università? In che modo le conoscenze apprese durante gli anni di studio si rivelano utili alle nostre aspirazioni?

Con la disoccupazione giovanile al 40%, queste domande necessitano di una risposta chiara.

Purtroppo, la storia che ci viene ripetuta fino allo sfinimento sui giornali o in tv, da questo o quel politico di turno, è sempre la stessa. Ci si dimentichi pure del “troppo comodo” posto fisso e delle sicurezze del passato, è necessario ora essere flessibili ed accondiscendenti, bisogna, insomma, sapersi accontentare.

In poche parole il lavoro ha smesso di essere un diritto, ma ci viene presentato come una gentile concessione.

Seguendo questa logica, negli ultimi mesi si sono aperte le porte alla cosiddetta alternanza scuola-lavoro, agli stage mascherati da opportunità lavorative che hanno come unico scopo quello di fornire alle aziende o ad enti pubblici (prima fra tutti l’università stessa) manodopera gratuita, che va a sostituire la forza lavoro retribuita.

Questo modello, nuovo per il mondo della scuola, è stato da anni imposto agli studenti universitari che spesso si trovano a lavorare per 8 ore al giorno senza essere stipendiati, o, quando pure viene previsto il “rimborso spese”, esso raramente raggiunge i 500 euro al mese. Inoltre, la maggior parte delle offerte di tirocinio non ha nulla a che fare con il percorso di studio intrapreso (ad esempio vanno per la maggiore le richieste di stage gratuiti come cassieri nei grandi magazzini IKEA e simili).

In tutto ciò, è veramente difficile vedere una finalità formativa, anzi, è sempre più evidente che l’unica cosa che riceveremo da queste “opportunità” è l’abitudine ad un futuro di sfruttamento e precariato. Le uniche a guadagnarci sono, al solito, le grandi aziende, con il consenso e la complicità dell’amministrazione universitaria.

 

NON DOBBIAMO PIÙ PIEGARCI A QUESTE LOGICHE DI SFRUTTAMENTO!

PRETENDIAMO SCUOLE ED UNIVERSITÀ GRATUITE ED UN SALARIO OPPORTUNO PER TIROCINI E STAGE.