que se vayan todos!
Ieri la conferenza dei capigruppo al Senato ha calendarizzato la discussione della riforma Gelmini per dopo il 14 dicembre, giorno del voto di fiducia al Governo. Questo significa che come scrivevamo il tempo a disposizione della squadra avversaria sta per scadere. Per aggiudicarsi il passaggio del turno avrebbe avuto bisogno di 2 gol, ma per il momento ne ha fatto solo uno e non si sa se e quanti minuti di recupero segnerà la lavagnetta del quarto uomo. E se questo è accaduto lo si deve in gran parte, lo ribadiamo, alla determinazione e al “timing” degli studenti che ben hanno saputo strumentalizzare le divisioni del palazzo. Non siamo affatto ingenui, siamo coscienti che in questo momento c’è uno scontro di potere nell’establishment, lo abbiamo anche scritto. La crisi economica si riverberà inevitabilmente sul quadro politico. Sappiamo anche che è stato proprio questo scontro a determinare il comportamento parlamentare dei finiani che ha di fatto impedito la veloce approvazione del DDL Gelmini alla Camera, così come sappiamo che proprio in virtù di questo scontro anche in piazza sono state possibili alcune pratiche altrimenti inimmaginabili solo fino a qualche settimana fa. Questo però non cambia di una virgola il fatto che per una volta dopo tanto tempo, anche se su un obiettivo parziale, la mobilitazione rischia di portare a casa un risultato di tutto rispetto. Se ci permettete il paragone sacrilego (perdono, perdono, perdono) anche Lenin arrivò in Russia su un treno tedesco nel pieno di una guerra mondiale, ma questo non ne pregiudicò minimamente l’azione e come andò a finire lo sappiamo tutti. Saper far leva sulle divisioni del nemico è sintomo d’intelligenza. Ora però è inutile negare che il terreno di gioco s’è fatto scivoloso, e questo dobbiamo dircelo chiaramente. C’è il rischio concreto che il rapporto strumentalizzato/strumentalizzante si capovolga a nostro sfavore e che qualcuno cerchi di utilizzare la mobilitazione per i propri inciuci. La manifestazione indetta per il 14 a Roma si potrebbe prestare benissimo a questo tipo di giochi, ma è un rischio a cui non possiamo o vogliamo sottrarci; a patto però che sia chiara una cosa: noi non barattiamo la nostra autonomia politica e sociale, noi non ci facciamo manovrare, QUE SE VAYAN TODOS! Governi tecnici e governi allargati? Que se vayan todos! Berlusconi, Bossi e Tremonti? Que se vayjan todos! Fini, Casini e Rutelli? Que se vayan todos! Marchionne, Marcegaglia, Montezemolo, Draghi, Bonanni, Angeletti e Camusso? Que se vayan todos! Bersani, Vendola, Di Pietro, Ferrero e Diliberto? Que se vayan todos! Giù dalle nostre spalle, e soprattutto, fuori dalle palle!