Pd di lotta e Pd di governo, sempre Pd di merda rimane

Pd di lotta e Pd di governo, sempre Pd di merda rimane

Anche un orologio rotto segna l’ora giusta due volte al giorno. Motivo per cui anche all’ex sindaco alieno Ignazio Marino capita di dire qualcosa di condivisibile a volte. Ad esempio, quando ricorda al Pd, che oggi si traveste in “partito di lotta”, che a Roma tale partito non dovrebbe neanche presentarsi. Altro che primarie e municipi ribelli, buongoverno dei territori e rivincita politica. Eppure, nonostante il Pds-Ds-Pd governi la città da ventitré anni quasi ininterrotti (tolta la parabola Alemanno), oggi il partito dei palazzinari, della speculazione, delle privatizzazioni e di Mafia capitale apre la sua campagna elettorale in vista delle presunte elezioni di giugno. La situazione è talmente paradossale che il Pd oggi governa Roma tramite il duopolio Prefetto Gabrielli – Commissario Tronca (ben sintetizzato d’altronde dalla figura dello stesso Tronca, il “prefetto-commissario”), eppure si presenta alle elezioni in alternativa al proprio stesso governo. Per impedire pericolose “fughe in avanti” della politica, il Pd nazionale ha poi provveduto ad impostare la politica cittadina del prossimo triennio con l’imposizione del Documento unico di programmazione, un testo voluto dallo stesso centrosinistra, redatto dai municipi e dai dipartimenti di centrosinistra, che oggi chiedono il voto opponendosi al liberismo selvaggio che lo stesso Dup impone qualsiasi sia il vincitore delle elezioni. L’acme del non sense si raggiunge proprio oggi. Da una parte il Pd cittadino governa tramite Tronca. Dall’altra, per evitare sicure emorragie di voti prodotte dalla politica liberista centrosinistra, viene presentato una sorta di Pd “di lotta” con la faccia dei municipi targati Pd che dovrebbero attivare la solita narrazione del “cambio di rotta”, della “discontinuità”, della “buona politica”, eccetera. Il classico gioco delle tre carte (da una parte impongo politiche liberiste; dall’altra le critico tramite facce presentabili; qualsiasi sia il risultato elettorale, le regole del gioco sono state già stabilite dal Dup) continua ad essere possibile grazie esclusivamente al controllo militare dell’informazione pubblica, dei grandi media mainstream, dell’università, della produzione culturale, e via dicendo. È il minimo allora andare a trovare questi sedicenti esponenti del Pd “presentabile”, per ricordargli le loro responsabilità nella gestione ordoliberista della città e del paese. Nonostante le contorsioni politiche di una “”sinistra”” in asfissia di poltrone (Sel e soci), oggi più che mai l’unico messaggio possibile è che non ci sono Pd amici. Di seguito, il comunicato della contestazione al Pd romano prodotto dalla Carovana delle Periferie.

 

Il PD “Tronca” Roma

Al Brancaccio si riunisce a convegno lo stato maggiore del Pd romano, ossia il partito che porta la responsabilità dell’amministrazione di Roma e del suo commissariamento ma soprattutto delle nefandezze venute clamorosamente alla luce nell’ultimo anno.

L’ultima in ordine di tempo è il famigerato DUP (Documento Unico di Programmazione), che andrebbe chiamato Documento Unico di Privatizzazione, emanato dal commissario/prefetto Tronca e che mette in pratica le delibere decise durante la Giunta Marino. Questo documento rappresenta una ipoteca micidiale sulla città, sui servizi sociali, sui salari dei lavoratori capitolini, sulle aziende municipalizzate, sul patrimonio abitativo e gli spazi sociali. Decisioni già indicate nell’ultimo bilancio lacrime e sangue varato dal Comune di Roma e che adesso si manifestano come una vera e propria mannaia con ulteriori tagli, privatizzazioni, sgomberi.

Sul Pd romano pesano poi le collusioni ed ora le condanne per Mafia Capitale, vero e proprio verminaio di affari e complicità con interessi di reti malavitose e neofasciste soprattutto nel campo delle cooperative sociali e dell’accoglienza.

Ma il Pd non ha la responsabilità solo nelle scelte comunali. Pesano infatti anche le scelte fatte come governo della Regione Lazio, a cominciare dalla omissione dell’Agenda Urbana – e delle esigenze popolari e del territorio completamente disattese – prevista dai Fondi Europei.

Pesano scelte che hanno premiato speculatori e palazzinari-amici come quella del grattacielo del Torrino, dei Piani di Zona, dei Punti Verde Qualità. Scelte che hanno premiato i soliti noti, portato al boom del debito, penalizzato migliaia di famiglie soprattutto nei quartieri della periferia. Pesano scelte che hanno volutamente portato al degrado i servizi pubblici per spianare poi la strada alle privatizzazioni di Atac, Ama, Acea, asili nido. Scelte nefaste e inaccettabili di fronte alle dichiarate carenze di organico tra i lavoratori occupati nel Comune e nelle aziende municipalizzate.

Il Pd porta con sé enormi responsabilità a tutti i livelli di governo – da Palazzo Chigi alla Regione al Comune ai Municipi – e oggi siamo in piazza per ricordargliele tutte e impedire che le liturgie della campagna elettorale facilitino la vita a chi ha memoria corta e coscienza sporca.

Noi riteniamo che queste responsabilità vadano denunciate con forza e che le priorità nelle scelte strategiche sulla città vadano rovesciate, portando in primo piano le esigenze popolari delle periferie, le condizioni di vita delle famiglie, le esigenze dei disoccupati e dei lavoratori, il carattere pubblico e sociale dei servizi.

Carovana delle Periferie