Messina, una strage annunciata.
E che nessuno, adesso, provi a nascondersi dietro l’imponderabile, la sorte avversa, il caso. Quella di Messina è stata una tragedia annunciata, prevedibile ed evitabile. Figlia del saccheggio del territorio, del dissesto idrogeologico, della cementificazione selvaggia, della logica della deroga ai piani regolatori (quando ci sono), dei condoni e del laissez-faire. Figlia dell’Italia democristiana prima, berlusconiano adesso, mafiosa sempre. Figlia della sete di profitto di una borghesia stracciona e palazzinara. E’ intollerabile che in un paese che si vuole tra le prime 10 potenze industriali del mondo non sia possibile prevenire stragi come questa. In una nazione piccola e povera di risorse come è Cuba, uragani ben più potenti dell’evento metereologico che si è abbattuto su Messina attraversano l’isola con un bilancio di vittime neanche lontanamente paragonabile al nostro. E questo perchè c’è una cultura della prevenzione che qui manca, perchè la protezione civile viene adoperata per educare la popolazione e non per gestire i grandi eventi milionari. E ancora, ma quanto c’è di normale nella evidente tropicalizzazione del clima a cui in Italia stiamo assistendo da anni? Un ricercatore del CNR spiegava che si è trattato di un evento “extratropicale” che ha fatto cadere in sole 5 ore ben 250 mm di pioggia, pari al bilancio pluviometrico di un “normale” mese di ottobre. Non sarà allora che chi sostiene da tempo che questo sistema economico energivoro sta devastando il pianeta non è poi quel disfattista/catastrofista che viene dipinto dai media mainstream? Non sarà tempo di mettere sempre più al centro dei nostri ragionamenti anche la contraddizione Capitale/natura?