ma non erano umanitari?
La guerra in Libia non fa più audience. I bombardamenti della NATO sono rapidamente scivolati nelle pagine interne dei giornali o prima dei servizi di cronaca dei Tg, tra la guardia giurata che spara alle spalle a due rapinatori e il maggiordomo che dopo vent’anni confessa d’aver assassinato la contessa. E noi, ovviamente, stiamo dalla parte dei rapinatori e del maggiordomo. Che volete, questioni di classe. Da giorni però tutti i titoloni sono riservati allo “tsunami umano” che si starebbe abbattendo sulle nostre coste. La quinta o sesta potenza economca del mondo messa in ginocchio dall’arrivo di neanche 30mila migranti. Più o meno gli spettatori di una partita di cartello di serie B. Persone ammassate e trattate come bestie, costrette a dormire all’addiaccio. Senza cibo, senza acqua, senza servizi igenici. Scappate dai regimi e finite nei recinti. Oppure lasciate a morire sui barconi degli scafisti. E pensare che ufficialmente stanno bombardando la Libia per proteggere le loro vite. Ogni giorno che passa la parola ipocrisia si arricchisce di nuovi significati. Ogni giorno che passa li odiamo sempre di più.