Le pensioni, il lavoro e “l’idraulica sociale”

Le pensioni, il lavoro e “l’idraulica sociale”

La prima manovra del governo delle banche sta per essere presentata alle Camere e appare ormai evidente che uno dei piatti forti del menù di Monti sarà l’ennesima controriforma previdenziale che, stando ai rumors, dovrebbe prevedere, oltre al passaggio per tutte e tutti i lavoratori al sistema contributivo (leggi), l’innalzamento immediato dell’età lavorativa e il congelamento dell’adeguamento all’inflazione delle pensioni. Quanto questa manovra sia inutile dal punto di vista del debito lo dicono i numeri. Per quanto potrà essere severa la scure del professore della Bocconi il risparmio sarà relativamente esiguo, alcuni quotidiani ipotizzavano ieri una cifra pari a 10 miliardi di euro l’anno. Davvero poca cosa se pensiamo che l’intero debito pubblico ammonta a circa 1900 miliardi di euro e che solo di interessi quest’anno il “sistema Italia” di milardi ne dovrà sborsare 70. Ora però proviamo a spiegare con un esempio “idraulico” il perchè questa controriforma oltre che iniqua sarà anche estrememente dannosa proprio per quella categoria eternamente invocata ogni volta che c’è da tagliare qualche diritto acquisito: i “giovani” . Il mercato del lavoro può essere approssimativamente assimilato ad un lago. Un invaso capace di “contenere” una quantità di forza lavoro ben definita e con una portata che, oltre ad essere ovviamente funzione del salario, tende continuamente a diminuire per effetto delle innovazioni tecnologiche. Per rimanere all’esempio potremmo rappresentare questo fenomeno con dei camion che instancabilmente riversano terreno nel lago diminuendone il volume libero. Va da se che l’invenzione di nuove merci, la creazione e la soddisfazione di nuovi bisogni operano invece nel senso opposto, stimolando la produzione e quindi aumentando la richiesta di forza lavoro. Continuando con l’analogia: come degli escavatori che dragano il suddetto lago. Solo che ormai da decenni i camion sono molti di più e molto più veloci degli escavatori e non bisogna certo essere dei marxisti impenitenti per rendersene conto. Stante questa rappresentazione del mercato del lavoro è chiaro che il “fiume immissario” del lago è rappresentato dalle giovani generazioni in cerca di occupazione, mentre “l’emissario” sono i lavoratori che, una volta maturati i requisiti, possono finalmente andare in pensione. Ora anche un bambino capirebbe che ogni ostacolo alla fuoriuscita di “acqua” dal lago (aumento dell’età pensionabile, aumento dell’orario di lavoro) non può far altro che rallentare il flusso dell’immissario impedendo ai suddetti “giovani” di entrare nel mercato del lavoro. E infatti la disoccupazione giovanile è ormai cronicamente oltre il 30%. Insomma, ‘sto Mario Monti sarà pure stato paragonato a Super Mario, l’idraulico dei videogiochi Nintendo, ma di “idraulica sociale” è evidente che non ci capisce un tubo.