“la solatoria” di Maroni
Pacco, doppio pacco e contropaccotto. Forse qualcuno ricorderà l’ultima fatica cinematografica di Nanni Loy. Era il 1993 e il regista originario di Cagliari raccontava, in una decina di episodi ambientati a Napoli, un’italietta di truffe e truffatori. Per l’appunto, proprio quello che sta accadendo a migliaia di immigrati con l’ultima sanatoria, anche se sarebbe più corretto scriverlo alla romana: la “solatoria”. Il caso degli operai di Brescia è emblematico. Prima ti spillo i soldi illudendoti con un ipotetico percorso di regolarizzazione e spingendoti nelle mani di una pletora di padroncini e pescecani pronti a farsi pagare lautamente per attestare il tuo status di lavoratore. Poi, dopo aver rigettato la richiesta appellandomi a qualche cavillo ed essermi tenuto i soldi, impugno quella tua stessa richiesta come una sorta di autoammissione di clandestinità e quindi ti notifico un bel decreto di espulsione. E infine, se per una qualche ragione ti venisse in mente di protestare e di reclamare i tuoi diritti, l’espulsione viene pure accelerata. Come è accaduto a Muhammad al-Haja, uno degli immigrati protagonisti di oltre due settimane di lotta che ieri è stato espulso e imbarcato su un aereo per Il Cairo. E dire che in cambio della discesa dalla gru lo Stato si era impegnato a non perseguire i lavoratori in lotta, proprio un bell’esempio di quanto valga la parola di alcuni personaggi…