La Siria e il dado Antimper…

La Siria e il dado Antimper…

Ieri abbiamo letto su Contropiano una notizia (qui) molto interessante in merito alla imminente pubblicazione di milioni di mail riservate sulla guerra civile in Siria da parte di Wikileaks. Julian Assange nella lunga intervista concessa a Telesur nella sede diplomatica ecuadoriana di Londra (dove è rifugiato da mesi) ha parlato anche della manipolazione mediatica occidentale del conflitto (qui l’intervista completa, qui il passaggio sulla Siria), del chiaro tentativo di utilizzare quanto sta avvenendo per favorire Israele e indebolire l’Iran e di come già molti mesi or sono ci fossero stati incontri tra militari statunitensi ed europei in cui veniva “anticipato” lo scenario che oggi è sotto gli occhi di tutti. Ora, certamente Wikilieaks non è la bibbia ed Assange non è certo un profeta, bisognerà aspettare che questo materiale venga pubblicato e leggerselo per farsi un’idea più precisa in merito, ma possiamo dire con un po’ di presunzione che tutte queste cose noi già le sapevamo. E insieme a noi, e prima ancora di noi, le sapevano molti altri compagni che pur non potendo sbirciare come Assange tra i segreti dei potenti, non hanno smesso le lenti dell’antimperialismo per leggere il mondo (vedi). Scriveva Pasolini molti anni fa: io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi. Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l’arbitrarietà, la follia e il mistero. Bisognerebbe interrogarsi sul perchè gran parte della sinistra occidentale abbia abdicato ormai da anni dallo svolgere questo ruolo, sicuramente pesano alcune cantonate teoriche da cui non riusciamo proprio a liberarci, certamente dalla caduta del campo socialista siamo orfani di una weltanschauung, una “visione del mondo” in grado di farci orienatare, quella che permetteva a un contadino semianalfabeta di riuscire a capire da quale parte stare molto meglio di quanto non sappia fare oggi un dottorando con la casa piena di libri. O forse sono molte di più le concause che hanno determinato questa situazione. Quel che è certo è che oggi ancor più di ieri la “battaglia delle idee” diviene un terreno di lotta politica ineludibile, bisogna ricostruire collettivamente con pazienza e determinazione un punto di vista altro… un punto di vista nostro. Nel frattempo fa un certo piacere constatare di aver avuto ancora ragione, si lo sappiamo… chi si loda s’imbroda, ma questo non è il solito brodo e non è nemmeno merito delle nostre capacità culinarie, è che abbiamo usato il pregiatissmo dado antimper!