La meglio gioventù
Il convegno di sabato, organizzato da Noi Saremo Tutto, ha visto la partecipazione di oltre 150 persone, andato in diretta streaming anche su “LiberaTV”, presenza non richiesta e che conferma l’interesse pubblico per un tentativo di approfondimento politico-economico sul ruolo e le tendenze del polo imperialista europeo. Un’affluenza che difficilmente ci saremmo immaginati, e che nel suo piccolo ci ripaga di tutte le fatiche di questi mesi nell’organizzazione del convegno, che apre “ufficialmente” la nostra campagna *contro* l’Unione Europea. Al di là della (ottima) qualità degli interventi, il dato significativo è la richiesta di analisi, di profondità, di “strategia”, che un’importante platea di compagni e militanti politici chiedeva, confermata non solo dalla mera presenza fisica (anche dal resto d’Italia), ma dall’interesse e la voglia di partecipare che hanno animato l’incontro.
Le analisi proposte, che ricalcano i ragionamenti che da mesi portiamo avanti anche su questo blog, da posizioni differenti sono però convenute su alcuni temi centrali e alcune posizioni politiche che stanno sempre più componendo la cornice teorico-pratica entro la quale la sinistra di classe sta definendo le proprie posizioni: irriformabilità della costruzione politico-economica dell’Unione Europea, che non può essere modificata in senso socialdemocratico ma solamente combattuta quale costruzione politica del capitale in crisi; natura intimamente neoliberista e neoliberale del processo di accentramento decisionale europeista, individuato come nemico irriducibile delle condizioni di vita di milioni di lavoratori interni all’unione monetaria; lotta contro ogni momento elettorale che, al momento, serve solo ad ammantare di formalità democratica passaggi in sostanza pienamente anti-democratici, nonchè dare prestigio ad istituzioni ormai completamente screditate agli occhi di gran parte della popolazione; sostanziale natura guerrafondaia del processo europeista, che sempre più porterà alla guerra (anche se al di fuori dai propri confini, dunque non immediatamente percepibile). Attorno a questi ragionamenti hanno dibattuto gli ospiti invitati sabato, e sorprendentemente, senza concordare o vagliare in precedenza alcuna posizione politica, si è trovata una condivisione di posizioni francamente inaspettata. Da MarXXI, organo di approfondimento vicino al Pdci e al PRC, alla Rete dei Comunisti, al professor Maurizio Donato dell’università di Teramo, al compagno catalano Colomer Tejada, agli altri interventi, è emersa la volontà non solo di rompere con un certo “navigare a vista” tipico di questi anni, ma di farlo in una prospettiva rivoluzionaria che rompe decisamente con ogni tentativo (neo)socialdemocratico tentato da più parti della sinistra.
Altro dato fondamentale, la presenza di vari collettivi dal resto d’Italia, invitati per l’occasione, ma che ci sembra confermare questa volontà di ricomporre pezzi di sinistra di classe per proporre un discorso politico nuovo e all’altezza dei tempi, né meramente parolaio né però soggiogato alla dittatura del presente e dell’assenza di qualsiasi prospettiva che vada al di là del giorno per giorno, del “camminare domandando” non si sa cosa e neanche verso quale direzione. Ripartiamo da oggi con la convinzione che la rotta seguita sia quella giusta, e che questa spinta non veda solo noi protagonisti, ma un vasto insieme di soggettività – singole e collettive – convinte del rifiuto del tatticismo riformista di questo decennio, col proposito di uscire dalla crisi della sinistra riscoprendo soprattutto un metodo politico diverso, antico e nuovo allo stesso tempo. Oggi siamo un po’ più ottimisti rispetto a ieri.