Kukutza III … Ez Dira Pasako!!

Kukutza III … Ez Dira Pasako!!

Per chi, come noi, ha avuto modo di conoscere i compagni del Kukutza, sapere della minaccia di sgombero che grava su di loro e sulla gente del barrio di Errekalde è motivo di immensa rabbia.
Di seguito pubblichiamo il comunicato che alcune delle realtà romane e italiane hanno promosso per sostenere la lotta del Kukutza, già vittima di altri sgomberi passati senza che ciò avesse in alcun modo scalfito la determinazione dei compagni.
Promuoviamo e pubblichiamo queste righe alla vigilia del corteo internazionale promosso a Bilbao per il 16 luglio 2011 che – proprio partendo dalla vicenda del Kukutza – ribadisce libertà e autonomia per gli spazi sociali.
Una battaglia, a nostro avviso, che non ha nazione e che anzi è sempre più internazionalista.

Oltre il comunicato e pubblichiamo anche il video prodotto dai compagni del Kukutza per lanciare il corteo di domani e per presentare, in maniera assai originale, il progetto del Kukutza e le sue attività nel quartiere.

EZ DIRA PASAKO! (No pasaran!)
BORROKA DA BIKE BAKARRA! (La lotta è l’unico cammino!)

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KUKUTZA III EZ DIRA PASAKO!
Contro lo sgombero degli spazi sociali di Bilbao e del mondo.

Se arrivi a Bilbao, lasciati i ponti moderni e il quartiere vecchio alle spalle, non ti curare dell’imponente museo Guggenheim, e comincia a risalire le larghe strade che puntano il Pagassari, il monte che domina questa strana città. La strada è lunga ed in salita, poi passare per lo stadio dei tori o quello da calcio, ma arrivi sempre in una piazza. In fondo un piccolo giardino e un palco, quasi come fosse un teatro, a destra, a sinistra e in alto, l’autostrada . Ricordo di chi Errekalde l’ha costruita, lontana dal centro, come dormitorio di operai e migranti, non importava che fosse accogliente e gradevole. Il regime voleva che Bilbao fosse una città-fabbrica, e da qualche parte i manovali doveva andare a dormire. Bilbao oggi è una città moderna, dipende sempre meno dalle attività economiche fondative, l’industria e il porto. Cosi anche Errekalde ha saputo trasformarsi, attraverso un processo meticcio che ha legato le culture diverse che sono arrivate a quella basca. Lezioni di democrazia, quelle che ancora oggi si apprendo per le strade del quartiere. Una comunità vera, fatta di tradizione e memoria, del passato, nel presente, verso il futuro. Con un’idea, sempre la stessa, delineare l’interesse di tutti in uno spazio definibile pubblico. La strada è lunga ed in salita, prima nella resistenza contro la dittatura, poi nella autodeterminazione, nei conflitti sociali, nelle lotte, nel pensiero per chi è privato delle sua liberta personale, nella gioia di abbracciare chi è finalmente libero. Cosi Errekalde è cambiata, l’autostrada non sembra più triste ma un simbolo di indipendenza viva. In questa strada lunga ed in salita, da molti anni c’è chi mette il cuore, le braccia, l’intelligenza, la fantasia, l’amore, la passione e la rabbia. Sono i nostri compagni e le nostre compagne del Kukutza III. Tre, perché tre volte hanno ricominciato senza smettere mai la salita, senza smettere mai di lottare contro la prepotenza e la violenza di chi li sgomberati, per difendere lobby e speculazione private. Non esiste un vero cancello che divide il Kukutza dal resto di Errekalde, si capisce subito appena arrivi. Per questo ci siamo tornati tante volte, per vivere e ascoltare questa storia, raccontata in quella lingua unica, perché da sempre indipendente, ed antica , ma che sembra oggi moderna perché uguale alla voce di libertà che si propaga ovunque. Un grido di dignità di una generazione che reagisce alla crisi e mette in crisi i governi che l’hanno determinata. La libertà è un bene comune che si può dire in basco e in arabo insieme, sulla neve delle montagne in Val Susa o nel deserto tunisino, nelle piazze di Roma come in quelle di Atene. La libertà è tutto, la libertà è la nostra storia. La nostra storia da difendere. Mentre tutto cambia nel modo più veloce, il potere, antico e in difficoltà, reagisce sempre allo stesso modo. Il Kukutza è sotto sgombero. Ancora una volta. Una vergogna e un’offesa per questa storia, per i compagni e le compagne del Gaztexea, per Errekalde, per Bilbao, per tutti noi. Insieme abbiamo fatto un pezzetto di strada lunga ed in salita. A Bilbao, a Roma, in Palestina, a Genova, ci siamo conosciuti e rispettati, non siamo stanchi e vogliamo andare avanti insieme. Potevamo fare un comunicato o spiegare le infinite attività attraversano il Kukutza. Come siete stati capaci di trasformare un posto vuoto e sporco, in un laboratorio di partecipazione reale, creando un economia diversa, cucinando per tutti, e dando casa a molti. Praticando sport e diventando un polo culturale di eccellenza per tutta la regione. Per dire no allo sgombero, abbiamo deciso di raccontare questa storia, perché è una storia lunga ed in salita, perché è la nostra stessa storia.

Per l’autogestione, l’autonomia, i diritti, la solidarietà, l’amore e la lotta…il KUKUTZA NON SI TOCCA!

Borroka da bide bakarra!

C.S.O.A. Corto Circuito, C.S.O.A. La Strada, ACTIon_diritti in movimento, Collettivo Militant, C.S.A. Paci’ Paciana, C.S.O.A. ex Snia Viscosa, Associazione Moltitudia_Ya Basta, Horus Project.

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