INPS: il favoloso mondo di Mastrapasqua

INPS: il favoloso mondo di Mastrapasqua

Dialogo rubato qualche giorno in un centro per l’impiego nel favoloso mondo di Mastrapasqua.

–    Allora Signor Rossi, abbiamo già dato un’occhiata al curriculum che ci ha inviato e non c’è che dire… Laurea in Biochimica con 110 e lode conseguita in 5 anni, Master biennale in “Chimica del suolo e fertilizzazione”, un tirocinio di alcuni mesi presso una grossa multinazionale agro farmaceutica. Insomma, se le va saremmo lieti di offrirle un impiego come tecnico di laboratorio….
–    No, no, no. Non se ne parla nemmeno.
–    Cosa c’è che non la convince? Beh, forse l’inquadramento professionale è leggermente inferiore a quello per cui ha studiato, ma tempo qualche anno e vedrà che potrà togliersi molte soddisfazioni…
–    Allora lei non mi ascolta. Le ho detto di no. Io sono venuto qui perché voglio essere assunto in un call center, o al massimo in qualche supermercato.
–    Ma signor Rossi, lei con gli studi che ha fatto può ambire a molto di più di un posto da commesso, e anche per il trattamento economico non c’è paragone…
–    …Call center…
–    Guadagnerebbe molti euro in meno…
–    …Supermercato…
–    Va bene, se è quello che proprio desidera, mi dia solo il tempo di consultare il terminale. Ah, ecco. Ci sarebbero delle richieste per degli operatori di una compagnia telefonica, offrono un contratto a tempo indeterm…
–    Non se ne parla nemmeno. Nessun contratto a tempo indeterminato io lavoro solo al nero, al massimo accetterei un contratto a progetto.
–    Ma signor Rossi…
–    Mi scusi, ma credo di essere abbastanza chiaro.
–    Guardi, io non dovrei dirglielo… però se le sue esigenze sono queste ci sarebbe il centro commerciale qui di fronte che cerca degli scaffalisti. 700 euro al mese, turni decisi giorno per giorno, lavorerebbe anche il sabato e la domenica e l’assumerebbero senza nessun contratto.
–    Oh, ecco. Questo è perfetto.
–    Capisce che così non ha diritto a ferie, malattia e contributi.
–    Senta, io non ho bisogno proprio di niente da nessuno. Io non mi faccio mica intrappolare nelle vostri schemi rigidi, nel vostro posto posto fisso, a bello…  io sono un tipo flessibile.

L’altro ieri il presidente dell’INPS ha rilasciato un’intervista surreale al Corriere della Sera (leggi) in cui si vantava del fatto che ormai il cantiere previdenziale è pressoché chiuso e rivolgendosi ai giovani aggiungeva “È molto importante, per esempio, riscattare subito il periodo di laurea, evitare di lavorare in nero, iscriversi a un fondo pensione complementare”. Ci chiediamo su quale pianeta abiti questo signore, certo non sul nostro. Secondo una stima diffusa oggi sulle pagine economiche dello stesso giornale ogni anno di università riscattato verrebbe a costare 4822 euro. Ammesso pure che qualcuno decida di dilazionare la spesa in 10 anni, così come consentito dalla legge, andrebbe a spendere 200,9 euro al mese. Ora, stando ai dati di Alma Laurea (e all’esperienza personale di molti di noi), lo stipendio medio di un neolaureato quando va bene è di 1131 euro. Tolti i soldi per riscattare gli anni di università resterebbero la miseria di 930 euro con cui, sempre secondo il nostro Mastrapasqua, ci si dovrebbe pagare anche una pensione complementare. La domanda sorge spontanea: e uno come campa? Va a mangiare a casa del presidente dell’INPS? Comunque l’importante, ricordiamolo, è evitare di lavorare a nero. E già, come se non avere alcuna tutela fosse una scelta del lavoratore e non un imposizione del padrone. Nella stessa intervista questo signore dice un’altra cosa molto interessante, nonostante l’informatizzazione dell’INPS permetta di monitorare in tempo reale la propria situazione previdenziale, fino a 24 mesi prima di andare in pensione i lavoratori non potranno fare proiezioni che permettano di calcolare quanto andranno a prendere. Il senso di questa scelta è tanto chiara quanto brutale, evitare che le nuove generazioni di proletari prendano coscienza della miseria a cui sono destinati. Del resto se t’incazzi a settant’anni fai molto meno paura e qualche tempo fa fu lo stesso Mastrapasqua a farsi sfuggire questa considerazione (leggi).