Il resoconto di un successo

Il resoconto di un successo

 

Due giorni faticosi, apice di mesi di organizzazione, hanno alla fine prodotto il terzo Achtung Banditen Fest, un appuntamento cittadino ormai “tipico” per ricordare le ragioni di una Resistenza incompiuta, tradita, attaccata, ma sempre, in ogni caso, da festeggiare. L’enorme successo di quest’anno è stato possibile grazie alla collaborazione decisiva di altre strutture politiche, in primis Degage e Fucina, che hanno costruito insieme a noi un festival capace di parlare alla città delle lotte e delle resistenze quotidiane sia europee che nostrane. Quella delle palestre popolari, che hanno dato vita ad una spettacolare “prova di forza” portando alla dimostrazione sportiva quasi un centinaio di atleti; la città delle periferie attraversate da tendenze reazionarie sempre più marcate ma non per questo vinte alla logica del razzismo e dell’egoismo sociale; la città degli artisti che in questi due giorni hanno suonato per noi compagni, molti gratis o con il solo rimborso del viaggio e del vitto. Insomma, una “convergenza antifascista” ha reso possibile la riuscita del festival. Circa 3.000 persone nelle due giornate, per un incasso lordo che sfiora i 18.000 euro, soldi che garantiranno, una volta pagate le numerose spese di organizzazione, l’agibilità politica dei compagni, la possibilità stessa di fare politica nell’epoca della repressione economica dei militanti. Non tutto andrà in avvocati però. Grazie al successo economico, parte del ricavato andrà a formare una cassa antifascista capace di dare seguito alle iniziative e ai propositi emersi nel festival. Una possibilità in più per combattere il fascismo in ogni sua forma. E’ per questo che il ringraziamento più importante va a chi ha partecipato all’evento, anche da semplice “fruitore” delle serate; a chi ha lasciato una sottoscrizione aggiuntiva a quella indicata (2 euro); a chi ha dato una mano senza chiedere nulla in cambio, per spirito, solidarietà e militanza antifascista. A tutti quei compagni che non si arrendono all’esistente. Viva i partigiani di ieri e di oggi.