Il cor(ro)sivo della Militant

Il cor(ro)sivo della Militant

In Italia c’è un problema enorme. La disoccupazione? La crisi? I salari sempre più bassi? La scomparsa del welfare? NO, NO, NO e ancora NO! Il problema vero… sono i dipendenti pubblici. Sono loro l’Alfa e l’Omega di ogni male che affligge il belpaese… E’ colpa loro se le cose non funzionano, mica dei padroni e dei loro rappresentanti in parlamento. Quindi, licenziamento immediato per chi fa la spesa durante l’orario di servizio! Pubblica gogna per chi timbra il cartellino e poi si assenta. Strano che qualche liberista non abbia ancora proposto il plotone d’esecuzione. E speriamo che Ichino non ci legga. Si tratta di comportamenti censurabili, certo, ma che statisticamente interessano davvero poche unità, a fronte di centinaia di migliaia di lavoratori che mandano avanti la cosa pubblica e che non vedono rinnovato il loro contratto da anni. Lavoratori e lavoratrici che grazie al blocco del turnover hanno un’età media che nel 2019 raggiungerà i 53 anni, con un numero di ultrasessantenni (372.932) superiore di 3 volte a quello degli under 35 (101.693), e che ancora una volta vengono utilizzati dai “rottamatori” come arma di distrazione di massa. Dipendenti pubblici contro lavoratori del privato. Giovani contro vecchi. Stabili contro precari. Italiani contro immigrati. Divide et impera. Certe volte però, per non cadere in questi giochetti, basterebbe fermarsi a riflettere sul semplice fatto che chi ci impartisce lezioni di etica il verbo “lavorare” non sa nemmeno come si coniuga. O al massimo lo usa per la seconda persona, sigolare o plurale poco importa: tu lavori, voi lavorate… noi sfruttiamo.