il cor(ro)sivo della militant
Il 16 novembre del 2011, quando si è insediato il governo Monti, lo spread tra BTp e Bund era a 490 punti ed i media mainstream gridavano al “pericolo debito”. Questa mattina, dopo il risultato negativo dell’asta dei BTp decennali, lo spread è stato fissato a 467 punti. Praticamente come sette mesi fa. Nel frattempo però l’ennesima controriforma previdenziale ha stabilito che andremo tutti in pensione più tardi prendendo, però, di meno. Oppure non ci andremo affatto e ci dovremo accontentare della pensione sociale, sempre che ancora ci sarà. Il rincaro di bollette e servizi si è mangiato gran parte del salario indiretto. La benzina è schizzata alle stelle. Equitalia taglieggia milioni di lavoratori che non riescono a far quadrare i conti. E’ stata reintrodotta la tassa sulla prima casa. Sono stati tagliate gli ammortizzatori sociali e il lavoro sarà sempre più flessibile. Viene da ripensare a quanto scriveva il FMI nel novembre del 2010: le pressioni dei mercati potrebbero riuscire lì dove gli altri tentativi hanno fallito. Quando sono di fronte a condizioni insostenibili, le autorità nazionali colgono spesso l’occasione per mettere in campo riforme ritenute difficili, come dimostrano gli esempi di Grecia e Spagna. E dell’Italia, aggiungiamo noi.