Il 19 ottobre di Noi Saremo Tutto

Dopo una settimana dalle giornate del 18-19 ottobre e la liberazione di tutti i compagni e tutte le compagne arrestati sabato scorso, la rete Noi Saremo Tutto – di cui il nostro Collettivo fa parte – prende parola sulle giornate di mobilitazione.

dal profilo facebook di Noi Saremo Tutto

A quasi una settimana dalla conclusione delle giornate di lotta e mobilitazione dei giorni scorsi ci sembra doveroso provare a fare una valutazione ed un bilancio, seppur parziali, di quanto tali giornate, ed in particolar modo il corteo del 19, abbiano detto.

Iniziamo esprimendo subito la nostra soddisfazione per la buona riuscita della manifestazione di sabato, soddisfazione che ci viene dalla valutazione sia quantitativa che qualitativa delle potenzialità espresse e dimostrate dalla piazza. Partendo dal dato numerico (per noi quello meno significativo) non nascondiamo di esser stati piacevolmente colpiti ed impressionati dalla riuscita del corteo. Il bombardamento mediatico, l’occultamento e il silenzio su motivi ed obiettivi della mobilitazione, la repressione preventiva ed annunciata, la dissociazione, anch’essa preventiva, della sinistra riformista e giustizialista scesa in piazza con una settimana di anticipo ed altri fattori ci avevano indotto a ritenere che la portata della manifestazione potesse essere significativamente inferiore. Invece la presenza dei circa 70000 militanti, lavoratori, disoccupati, migranti, occupanti, precari, studenti ecc ha dimostrato quanto ogni tentativo di delegittimare il corteo si sia rivelato inutile.

Ovviamente il dato quantitativo preso singolarmente non può e non deve bastare. Per questo è necessario provare ad analizzare anche l’aspetto qualitativo del corteo. Per la prima volta dopo diverso tempo i movimenti ed i reali soggetti portatori di conflittualità si sono assunti l’onere di convocare ed organizzare autonomamente l’appuntamento senza sentire l’esigenza di doversi appoggiare a mobilitazioni pianificate da altri. Questo ha consentito che i protagonisti della giornata siano stati coloro che quotidianamente lottano, ognuno nel proprio territorio ed ognuno nel proprio campo d’azione, contro il sistema capitalistico e che rivendicano i loro diritti: la vita, la casa, il lavoro, la salute, l’istruzione, i trasporti. Tutto questo non può che essere positivo.

Il corteo di sabato ha, inoltre, visto anche la prima comparsa nelle strade dello spezzone NOI SAREMO TUTTO, attraverso il quale abbiamo portato, all’interno della variegata manifestazione, i nostri contenuti e le nostre parole d’ordine. La frase scelta per lo striscione di apertura “CASA E SALARIO, LA LOTTA è DI CLASSE” ha rimarcato la nostra convinzione circa la necessità di unire le lotte nell’orizzonte dell’unità di classe.

Ebbene possiamo dire che, anche da questo punto di vista, siamo soddisfatti. Lo spezzone è stato partecipato e rumoroso, attrattivo ed accattivante, e, soprattutto, reggendo l’urto delle cariche in via XX Settembre (seppure con gli inconvenienti e gli scompensi tipici di ogni prima volta) e le tensioni di Porta Pia, ha superato il battesimo di fuoco e ha svolto al meglio il ruolo di spezzone apripista dei movimenti.

Detto questo siamo consapevoli di non doverci lasciare andare a facili entusiasmi se non altro perché la strada da percorrere, sia a livello generale che per ciò che concerne NST, è ancora tanta.

D’altra parte da questa crisi e da questo modo di produzione si esce soltanto attraverso il sovvertimento radicale dell’attuale sistema e tale sovvertimento di certo non ci si può aspettare che avvenga in una singola giornata né, tantomeno, va atteso come un evento fatalistico ma piuttosto progettato ed operato mediante una reale presa di coscienza da parte del proletariato. Presa di coscienza che, è ovvio, manchi laddove c’è frammentazione all’interno della classe sociale protagonista e laddove latita una soggettività in grado di assumere il ruolo di guida ed avanguardia di tale classe. Ed è proprio in questa direzione che bisogna lavorare.

Affinchè il 19 ottobre abbia un seguito ed una continuità politica c’è bisogno di organizzazione e di obiettivi specifici. Pertanto riteniamo assolutamente imprescindibile il processo di ricomposizione di una classe, quella lavoratrice e proletaria, quella degli sfruttati, che deve necessariamente diventare protagonista consapevole del conflitto.

Il corteo di sabato ha mostrato delle grosse potenzialità, ora si tratta di riuscire a farle esprimere compiutamente non solo in occasione di eventi contingenti ma nella quotidianità.

Le rivendicazioni sono varie e differenti ma il nemico, da colpire tutti insieme, è unico.

UNITI E ORGANIZZATI NOI SAREMO TUTTO