I sacrifici fateli voi

I sacrifici fateli voi

E’ il momento di tirare tutti la cinghia. Siamo tutti sulla stessa barca. Ognuno deve fare la sua parte. In questi giorni si sprecano gli appelli alla responsabilità nazionale. Lo dice la maggioranza, lo dice Napolitano, lo dice l’opposizione, lo dice la Marcegaglia e lo dicono pure i sindacati confederali. Tutti uniti a sostegno di questo pacchetto di misure tanto iniquo quanto inutile. Iniquo perchè come al solito si va a colpire il salario indiretto dei lavoratori, con tagli alle spese che si tradurranno in meno servizi sociali, ticket sanitari, tagli dei posti letto, chiusura degli asili, ecc. ecc. Lasciate stare il taglio agli stipendi dei parlamentari, la revisione delle pensioni d’oro, la diminuzione degli sprechi o le inchieste sui falsi invalidi. E’ tutta fuffa. Fumo negli occhi per evitare di far comprendere come la mucca da mengere sia sempre la stessa: salari, stipendi e pensioni. Come accade da almeno 20 anni a questa parte, indipendentemente da chi ci sia al governo, grazie anche alle complicità dei sindacati concertativi Ma oltre ad essere iniqua, dicevamo, la manovra è inutile. Perchè per quanti possano essere 24 miliardi sono ben poca cosa rispetto ad un debito pubblico che supera i 1500 miliardi. Il disavanzo tra entrate e uscite in questi ultimi anni è cresciuto non perchè sono aumentate le spese, ma perchè sono diminuite le entrate. E’ crollato il PIL, di almeno 5 punti, e quindi è diminuito anche il gettito fiscale. Sono gli effetti della crisi di sovrapproduzione (o di sotto consumo) di cui abbiamo già più volte parlato. E’ il vulcano della produzione capitalistica che deve fare i conti con la palude del mercato che non riesce più ad assorbire tutte le merci prodotte. E’ il Capitale che non riesce più a valorizzarsi. E diminuire la spesa pubblica non farà altro che accelerare la crisi. Chiunque lo capirebbe. Se blocco stipendi e pensioni, se obbligo a pagare servizi prima gratuiti, con quali soldi comprerò le merci? Eppure lorsignori continuano a ballare sulla tolda del transatlantico, come se nulla fosse, convinti ancora di riuscire a raggiungere il porto…