i nuovi santi
Molto probabilmente il calendario del prossimo anno dovrà subire una revisione così che nella casella del 3 febbraio San Biagio possa far finalmente posto a San Cazzaro, protettore degli imbonitori e dei padroni. E’ successo infatti che in una domenica che prometteva d’essere come tante altre, mentre Berlusconi annunciava urbi et orbi la restituzione in contanti dell’Imu in caso di vittoria e Balotelli regalava tre punti al Milan e altrettanti (nei sondaggi) al PDL, a Torino andava in scena l’ennesimo, imperdibile, show dell’uomo col maglioncino: il beato salvatore della Fiat e fustigatore dei vizi operai. Intervistato dal direttore di Repubblica l’ad del Lingotto ha tirato fuori una serie di perle che messe in fila basterebbero per farne un rosario da sgranare davanti alla sua icona ogni qual volta la realtà si azzardasse a smentirlo. Rimandando al video che riproponiamo integralmente sotto e per non farla troppo lunga ne elenchiamo giusto qualcuna. Dopo aver sciorinato i dati della stagnazione delle vendite del settore auto e della Fiat in particolare (dal 2007 il 60% in meno del volume delle vendite in Italia), interrogato su dove avrebbe preso i fantomatici 20 miliardi di investimenti del piano Fabbrica Italia, il buon Sergio ha risposto candidamente senza paura di contraddirsi: noi ci finanziamo con il mercato. Con il mercato? Ma come? Ma se ci hai appena finito di dire che in Europa c’è una sovraccapacità produttiva di almeno 3,5 milioni di automobili e il settore è in crisi. Vabbè, tanto ormai il piano, dopo essere stato utilizzato come un grimaldello per scardinare quel po’ di garanzie dei lavoratori, era già stato riposto nel cassetto. Fatto sta che come avevano capito e detto tutti quelli dotati di un minimo di senso critico, e come ha ammesso ieri lo stesso manager della Fiat, i 20 miliardi materialmente non c’erano. Erano marketing, specchietti per le allodole… fuffa. Poi per non lasciar nulla di frainteso e in qualità di presidente dell Acea, l’associazione europea dei costruttori di automobili, Marchionne ha pure ribadito la richiesta di un intervento di Bruxelles per la ristrutturazione dell’intero comparto e per una gestione condivisa dell’eccedenza di stabilimenti e operai, in altre parole: dateci i soldi pubblici e prendetevi in carico la sorte dei lavoratori. Con tanti saluti alla retorica del “più mercato e meno Stato”. Più avanti, sempre nel corso dell’intervista Marchionne ha parlato anche del futuro radioso degli stabilimenti in Italia promettendo, non si sa bene in base a quale congiunzione astrale, la piena occupazione nel frattempo però… cassaintegrazione per altri 4 anni. Poi chi vivrà (anzi, chi sopravviverà) vedrà. Pace e bene.