Ho vinto qualche cosa?

Ho vinto qualche cosa?

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E’ sempre un po’ antipatico iniziare un articolo con “l’avevamo detto”, eppure questa volta ci sta tutto. Non abbiamo neanche fatto in tempo a commentare il boicottaggio italiano della conferenza ONU contro il razzismo (leggi il post precedente) che questa mattina il Corriere della Sera pubblica una lettera di Fassino che critica il ministro Frattini, ma solo per essersi mosso senza aspettare l’Unione Europea. Ripoprtiamo uno stralcio della lettera che riteniamo altamente significativo: Caro direttore, la risoluzione che sarà sottoposta alla Conferenza Onu sul razzismo ripropone l’odiosa equiparazione sionismo/razzismo. Un’equiparazione che già tanti guasti e conflitti ha prodotto. Non vi può essere, dunque, alcun dubbio sulla necessità di respingere quel testo, chiedendo che se ne sopprimano le formulazioni inaccettabili. Per rendere evidente la contrarietà dell’Italia a quella Risoluzione il Governo ha annunciato di non voler partecipare alla Conferenza. E a Pierluigi Battista, che su questo giornale ieri ha sollecitato un pronunciamento anche dell’opposizione, ribadisco che il Pd respinge fermamente ogni forma di antisemitismo e antisionismo, in qualunque sede si manifesti. (leggi tutta l’intervista). Per evitare di spiegarci come mai la comunità internazionale sia immobile di fronte alle continue violazioni israeliane del diritto internazionale e delle stesse risoluzioni ONU (in nome delle quali in altri casi e per altri stati si sono fatte le guerre umanitarie) le elites occidentali si sono inventate l’equiparazione tra antisemitismo e antisionismo. Tanto che gli opinionisti (prezzolati) sono arrivati a chiedere quasi una patente di filoisraelianità senza la quale non si può essere considerati democratici. E la presunta opposizione, in questo caso si parla del PD ma lo stesso discorso vale spesso anche per certa sinistra, non fa altro che introiettare questi tabù e cercare nell’altro il riconoscimento della legittimità delle proprie idee, quasi si dovesse scusare con il Battista di turno. Non sappiamo se provare più imbarazzo o ribrezzo.