E’ il lato cattivo della storia la forza motrice del mutamento

E’ il lato cattivo della storia la forza motrice del mutamento

Dopo anni d’attività politica, l’uscita di un libro (gli estratti dei migliori articoli usciti sul blog in questi anni) che cerca di riassumerne il significato è per noi motivo di grande soddisfazione, persino d’orgoglio. In fondo, noi siamo ben poca cosa. Non siamo scrittori di successo; non siamo intellettuali, men che meno maître a penser, e anzi il nostro pensiero sta sul cazzo a molti; non abbiamo fra le nostre fila politici affermati; non siamo il think tank di nessuno e non rappresentiamo nessuno se non noi stessi. Eppure lungo tutti questi anni, oltre alla nostra quotidiana attività politica fatta di assemblee e riunioni, iniziative, azioni e simili, siamo riusciti a portare avanti un blog, che nel tempo si è trasformato in un luogo frequentato e ascoltato, almeno a Roma. Che ci ha fatto conoscere centinaia di compagni in tutta Italia e non solo, e che ha fatto conoscere il nostro pensiero anche al di fuori della solita cerchia (sempre più ristretta) dei compagni romani con cui condividiamo la militanza politica. Un blog che qualche tempo fa ha raggiunto l’invidiabile risultato di un milione di visite, e che viaggia oggi verso i due milioni. Questi fatti ci hanno convinto che, nonostante tutto ciò che è accaduto in questi anni tristi, c’è ancora la necessità di un pensiero radicale. Che una parte della popolazione e dei compagni non si sono arresi al politicamente corretto, alla politica post-moderna e alle sirene del pensiero debole. C’è ancora chi resiste, nonostante tutto.

Per prima cosa, ringraziamo dunque il nostro editore Cristiano Armati e la sua casa editrice, la RedStarPress, che sin da subito, e contro ogni razionalità economica, ha creduto in noi. Questo libro è anche il suo libro, è la collaborazione fra un collettivo politico e una casa editrice indipendente. Non staremo qua a descrivervi le condizioni dell’editoria indipendente, ma chi anche solo di passaggio ha potuto attraversare quel mondo sa delle difficoltà di ogni tipo che s’incontrano quotidianamente lungo il percorso. La scommessa della RedStarPress è una forma di solidarietà politica che speriamo verrà ripagata, e che in ogni caso non dimenticheremo. E’ un atto di militanza, in un mondo ormai egemonizzato dalle grandi fabbriche dell’intrattenimento.

Ringraziamo, inoltre, Valerio Evangelisti. La sua introduzione al libro è quanto di più efficace avremmo potuto sperare. Non laddove ci elogia oltre ogni obiettività, ma dove sa leggere i passaggi del capitalismo post-industriale e della comunicazione come leva strategica di dominio. La sua analisi dimostra  non solo la capacità di un intellettuale di leggere gli eventi e le circostanze concrete nelle quali ci muoviamo, ma anche quella di un compagno che decide di impegnarsi in questa analisi in favore di un piccolo collettivo. La sua introduzione, assolutamente non di maniera o prefabbricata, è la dimostrazione di come il mondo dell’intellettualità comunista sarà pure messo male, ma di certo non è morto del tutto.

Concludiamo esprimendo una convinzione: questo libro non è stato pensato come oggetto letterario, ma come strumento di lotta. Acquistarlo, leggerlo, presentarlo, non costituiranno solo passaggi utili a conoscerci o ad aiutarci economicamente ad andare avanti. Questo libro avrà un senso politico solo se verrà preso per quello che è, cioè uno spunto per alimentare il conflitto nella società. Il conflitto delle idee come quello nelle strade. Ed è li che vorremmo incontrarci con tutti i nostri lettori.

 

Il lato cattivo della Storia: dieci anni di cultura antagonista e lotta di classe

Collettivo Militant

Edizioni RedStarPress http://redstarpress.it/

Disponibile in tutti i banchetti del collettivo, a cominciare da Renoize il 31 agosto, la serata in ricordo di Renato Biagetti barbaramente ucciso dagli infami fascisti. Disponibile da subito on-line sul nostro blog e da metà settembre in tutte le librerie.

Costo: 16 euro in libreria, un po’ di meno comprato direttamente da noi o acquistato on-line sul blog

 

Di seguito, uno stralcio della nostra introduzione al libro.

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Sintetizzare dieci anni di attività politica militante non è stata cosa semplice. Troppe le vicende e i ragionamenti che ci hanno accompagnato quotidianamente lungo questo percorso, che si è intrecciato profondamente con un pezzo importante di storia italiana. Una fase storica segnata dall’incertezza, dalla caduta di ogni riferimento ideale e materiale, dalla difficoltà – o impossibilità – di sistematizzare e inquadrare la propria vicenda politica in un contesto più generale. La scomparsa di una narrazione alternativa alla retorica liberale-liberista ci ha lasciati spaesati, senza quei riferimenti culturali che determinarono per gran parte del Novecento l’autonomia di pensiero delle classi subalterne. Oggi, venuto meno quel filo rosso ideale che ci rendeva partecipi di un movimento collettivo e internazionale, ognuno è stato abituato a pensare per se, ogni ipotesi politica confrontandosi col particolare e mai con un pensiero generale scomparso dall’orizzonte. Il trionfo del pensiero debole, contingente, cangiante sembrerebbe essere uno dei dati peculiari di questi anni.

Al pensiero debole e privo di riferimenti delle classi subalterne ha fatto da contraltare una retorica dominante del capitale, affermatasi senza più ostacoli dopo il 1989. Se c’è un piano dove il rapporto di classe in questi anni ha subito un arretramento storico a favore delle classi padronali, questo è quello delle idee. Portare la lotta di classe anche sul piano culturale è stato allora uno dei punti di riferimento costanti del nostro agire politico. Nel fare ciò, in questi anni abbiamo deciso di portare avanti un blog, un luogo dove non si parlasse solo della nostra attività politica quotidiana, ma anche, e forse soprattutto, di tutto ciò che ci caratterizzava culturalmente e ci opponeva alla retorica dominante di questi anni. Recuperare cioè quell’autonomia di giudizio, quell’indipendenza culturale che permette di costruirsi un punto di vista proprio e non succube al pensiero forte dei media mainstream. Se il controllo dell’informazione, per di più oggi che viviamo nella società della comunicazione, rappresenta uno dei più efficaci strumenti di dominio delle classi padronali, rispondere anche su quel piano, portare il conflitto anche sul piano della controinformazione, è allora uno dei punti strategici a cui ogni rivoluzionario dovrebbe tendere.

Nel riassumere la nostra decennale esperienza politica, allora, ci è venuto naturale partire dal blog. Sarebbe stato troppo riduttivo    e al tempo stesso forse troppo supponente    provare a sistematizzare questi anni all’interno di un discorso coerente e strutturato, e probabilmente avremmo fallito l’intento. Per di più, uno dei nostri obiettivi irrinunciabili dei nostri articoli quotidiani è sempre stato quello di tenere insieme sia il particolare che l’universale. Che si parlasse della politica cittadina, di antifascismo, delle piccole vicende politiche quotidiane, o che si recensisse un film o un cd musicale, insomma qualsiasi fosse il punto di partenza, doveva racchiudere in se non solo l’evento singolo, ma il tentativo di riportare in un quadro di riferimento politico più generale ogni nostra riflessione. Ovviamente non sempre ci siamo riusciti, ma leggere di seguito i nostri commenti ci è parso il modo migliore di articolare il nostro pensiero e dargli una forma stabile e coerente. Una coerenza che si è andata costruendo giorno dopo giorno, nella quotidianità dell’azione politica, che nel corso degli anni ha mutato anche il nostro atteggiamento e la nostra riflessione più teorica. D’altronde, nati come collettivo antifascista e per lo più composto da universitari, ci siamo nel corso del tempo trasformati in collettivo politico più generale, ci siamo allargati e nel frattempo siamo diventati tutti precari. Inevitabilmente, la nostra attenzione si è spostata sempre più verso il mondo del lavoro e il tentativo di produrre un discorso politico che rimettesse al centro la contraddizione fra capitale e lavoro. [to be continued…]