Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei, ovvero: le convergenze internazionali di SEL

Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei, ovvero: le convergenze internazionali di SEL

 

Qualche giorno fa Onofrio Introna (nella foto), Presidente del Consiglio Regionale della Puglia e dirigente di Sinistra e Libertà, si è recato in Venezuela a capo di una missione di solidarietà internazionale promossa da alcune associazioni di migranti pugliesi. Bene abbiamo subito pensato, finalmente qualcuno che tenti di rompere l’accerchiamento politico mediatico sul Venezuela e che faccia sentire meno solo il paese e il suo legittimo presidente Nicolàs Maduro. Ma soprattutto, finalmente qualcuno che spezzi la vigliacca equidistanza di SEL sull’universo mondo, scelga una posizione politica e la difenda chiaramente, senza i soliti tentennamenti utili a racimolare qualche voto da una parte e dall’altra. Sarebbe stato bello, lo ammettiamo. Purtroppo, il suddetto presidente si recava in visita ai ribelli antichavisti, visitando luoghi ed esponenti della destra golpista, pubblicizzando le manifestazioni contro Maduro descrivendole come tentativo di ritornare alla libertà politica ed economica da parte della popolazione. Per l’ennesima volta SEL sceglie da che parte stare, e per l’ennesima volta si ritrova dalla parte del liberismo golpista. Il delirante comunicato che ha fatto seguito al viaggio si commenta da solo, e infatti lo riportiamo quasi integralmente, perché merita di essere letto non come semplice boutade di un personaggio folcloristico, ma come espressione più diretta di quello che, in fin dei conti, pensa tutto il partito vendoliano sul latinoamerica.

Il Venezuela sta morendo. La gente è disperata, affamata, derubata, terrorizzata. Così inizia il comunicato, degno della peggiore destra golpista del paese caraibico.

La repressione violenta del governo Maduro sta cancellando non solo i diritti civili, anche quelli umani. Nessuna protesta è tollerata, nemmeno pacifica. Mancano i beni di prima necessità, sono necessarie ore di fila anche per il cibo quotidiano. Imprese, proprietà e beni vengono espropriati, ma in realtà sono confiscati. […]Non possiamo trascurare anche il grido d’aiuto e di supporto legale che arriva dal Venezuela. In questo bellissimo paese si vive un clima da Cile di Pinochet e i sacrifici di tre generazioni di italiani sono minacciati dalla ragione di Stato, se non sono andati già perduti. Non possiamo restare insensibili. Assumerò l’iniziativa di far adottare un ordine del giorno dal Consiglio Regionale, lunedì 5 maggio, per impegnare il Governo Renzi a farsi carico di sollevare questa difficile situazione nei circuiti internazionali.

Questa è una parte del folle pensiero del dirigente vendoliano, in tutto e per tutto simile alle veline mediatiche promosse dal Consiglio di Stato nordamericano quando si tratta di affrontare temi inerenti all’America Latina. Questo il pensiero del dirigente vendoliano, che paragona il socialismo del XXI secolo e la rivoluzione bolivariana al Cile di Pinochet, in un evidente momento di difficoltà intellettiva. Questo, se non arriverà una netta smentita, il pensiero di SEL, promosso da uno dei suoi principali dirigenti e non da qualche suo militante di base. Se tanto ci da tanto, “l’altra Europa” che i vendoliani immaginano si configura sempre di più non tanto come palliativo keynesiano alle asperità della crisi economica, ma come incubo dal quale liberarci in fretta. Per fortuna, le percentuali omeopatiche del partito personale si incaricheranno di relegare tali velleità politiche a curiosità della storia.