Dale Venezuela!

Dale Venezuela!

Maduro ha vinto, di un soffio, ma ha vinto. Però per la rivoluzione il difficile (e il pericolo) arriva adesso. Come abbiamo scritto più volte il processo bolivariano è un fenomeno particolare e molto probabilmente irriproducibile altrove con le stesse modalità. Se ci concedete una metafora geologica potremmo paragonarlo a quelle colonne calcaree che nelle grotte si generano quando si incontrano stalattiti e stalagmiti, formazioni che concrescono dall’alto e dal basso. E la stalattite in questo caso era Chavez con il suo carisma e la sua capacità di scardinare un sistema politico corrotto che poggiava sulla falsa alternanza tra COPEI ed AD, mentre la stalagmite sono i movimenti sociali e popolari dei barrios e delle villas. Una peculiarità che tuttora certa sinistra europea (ed eurocentrica) stenta a comprendere. La scomparsa prematura di Chavez ha così inevitabilmente indebolito questa colonna il cui asse portante è il PSUV ed è per questo motivo che questa tornata elettorale era particolarmente critica. Il Venezuela, lo ribadiamo, è la pietra angolare dell’ALBA e su di esso poggia gran parte del peso della primavera latinoamericana. Senza lo scambio solidale di materie prime, tecnologia e capitale umano molti dei programmi sociali che stanno innalzando il livello di vita di milini di persone avrebbero vita breve. Lo sanno i popoli del cono sur e lo sanno bene anche gli imperialisti e i loro lacchè. La distanza esigua che ha separato Maduro da Capriles (234.935 voti) darà fiato a chi da sempre ha tramato contro la rivoluzione. Il candidato delle destre ha immediatamente disconosciuto il risultato del voto chiedendo il riconteggio e questo proprio mentre il ministro della scienza e della tecnologia, Jorge Arreaza, è stato costretto a difendere il sito del Consejo Nacional Elettoral da un attacco cibernetico. La lucha continùa, ha dichiarato Maduro subito dopo che il CNE aveva ufficializzato il sisultato del voto, e c’è da giurare che questa volta non si tratta solo di uno slogan. Le prossime ore, i prossimi giorni saranno delicatissimi e dovranno trovarci pronti alla mobilitazione.