Caro Babbo Natale…

Caro Babbo Natale…

Caro Babbo Natale,

quest’anno vorremmo che portassi da parte nostra un bel regalo alle varie burocrazie confederali ma siamo un po’ indecisi. Sappiamo bene che chiederti i tre volumi de Il Capitale sarebbe davvero volere troppo, allora magari potresti portargli solo quello in cui si spiega che i rapporti tra Capitale e Lavoro non sono dati una volta per sempre, ma cambiano in virtù dei rapporti di forza tra le classi. Così forse comprenderebbero che tutti gli accordi al ribasso che hanno firmato in questi anni in nome della concertazione sono serviti solo ad indebolire i lavoratori e a ridurre il loro peso e la loro forza contrattuale. Ma a pensarci bene è meglio di no. Non glielo portare, sarebbe solo fatica e carta sprecata. Tanto sappiamo tutti che non se lo leggerebbero e non saprebbero che farsene. Quindi se te ne avanza qualche copia faresti meglio a regalarla a quei lavoratori che hanno intenzione di autorganizzarsi, di unirsi e ricominciare a lottare. Potresti invece portare loro una bella confezione di Risiko, questo forse si. Così almeno almeno imparerebbero un po’ di tattica e strategia. Negli ultimi decenni CGIL, CISL e UIL hanno deciso di difendere (male, malissimo) solo una parte dei lavoratori, quella che potremmo definire dei “garantiti”, rinunciando a farsi carico di quelli che efeumisticamente venivano invece definiti “atipici”. Erano convinti che i vari interinali, co.co.co, co.co pro, part time, intermittenti, a tempo determinato, nonchè i migranti, i lavoratori a nero, i disoccupati rappresentassero un’aporia destinata ad essere riassorbita col tempo. Per cui hanno accettato di buon grado il fatto che per loro non fossero previsti gli stessi diritti che invece per gli altri erano “normalità” (ammortizatori sociali, pensione, ferie, tutele sindacali, ecc) scavando essi stessi un solco tra lavoratori stabili e lavoratori precari. Il risultato di questa (sciagurata) scelta strategica è stato quello di veder assottigliate le truppe su cui poter contare, tanto che adesso gli unici “carriarmatini” che possono disporre sul tavolo da gioco si riducono a pensionati e lavoratori a tempo indeterminato, il cui numero, per l’appunto, si riduce ogni giorno che passa. Eppure le “carte obiettivo” del padronato erano abbastanza chiare: erodere quel poco di unità di classe residua, accerchiare le cittadelle nemiche e poi muover all’attacco degli ultimi “garantiti” riportando le “relazioni industriali” a prima del ventennio delle lotte operaie (1960-1980) e imponendo come orizzonte la precarizzazione di massa. Con i sindacati confederali sempre più concertativi, quando non direttamente collaborazionisti, e arroccati a difendere la Kamchatka con sempre meno carriarmatini, il governo della BCE ha avuto dunque gioco facile ad imporre l’ennesima controriforma delle pensioni. E adesso, stando alle dichiarazioni del ministro Fornero riportate ieri dal Corsera, proverà ad attaccare l’articolo 18 e la contrattazione collettiva forte del fatto che, grazie all’insipienza della triplice, sicuramente non troverà le resistenze che invece incontrò Berlusconi solo 8 anni fa, quando scesero in piazza milioni di lavoratori. Tutto sommato, caro Babbo Natale, risparmiati pure il Risiko. Questi non si meritano niente. Anzi se incontri la Befana digli che per loro ci vorrebbe il carbone. Ma non un sacchetto, un’intera miniera. In cui ovviamente mandarli a scavare. E digli pure che alla pala e al piccone ci pensiamo noi.

con affetto

i lavoratori