Alba rossa a Caracas?

Alba rossa a Caracas?

Forse qualche appassionato di cinema trash si ricorderà di “Alba rossa”, una delle prime apparizioni sul grande schermo di Patrick Swayze. Il film uscì nelle sale nel 1984, nel pieno della campagna reaganiana contro l’impero del male sovietico, e raccontava la resistenza di un gruppo di ragazzi yankee all’invasione degli Stati Uniti da parte di soldati cubani e nicaraguensi. Avete letto bene, non ci siamo sbagliati, soldati cubani che invadono la Florida. Una trama talmente surreale e paranoica che avrebbe richiesto l’analisi di uno psichiatra piuttosto che quella di un critico cinematografico. Ebbene oggi leggendo quanto scrive Luca Mastrantonio sul Corriere della sera riguardo a quanto sta accadendo in Venezuela (e in Ucraina) la memoria non ha potuto che correre a quel film e a quel pacchiano tentativo di ribaltare la realtà tramutando gli aggrediti in aggressori. E viceversa. Da bravo scriba dell’imperialismo il nostro Mastrantonio arriva a dire che <le rivolte di Ucraina e Venezuela sono gemelle> (su questo siamo talmente d’accoro che ieri insime ai compagni della rete dei Comunisti ci abbiamo fatto un’iniziativa) e che sono <contro governi corrotti, giudicati incapaci, e contro ingerenze esterne: la Russia in Ucraina, Cuba in Venezuela>.  Facendo proprie le tesi della destra fascista e golpista, cosa che fino ad oggi non era mai accaduta così smaccattamente sul Corsera, il giornalista continua la sua filippica antichavista scrivendo che la protesta coinvolge <tutte le fasce contrarie alla cubanizzazione  del Venezuela, avvenuta tra nazionalizzazioni forzate e un controllo dei prezzi e della valuta sempre più simile ad un embargo verso i cittadini (oltre alla presenza fisica di personale cubano nel paese)>. Insomma a leggere quel che scrive Mastrantonio Cuba avrebbe di fatto occupato il Venezuela. Anche in questo caso roba da trattamento sanitario obbligatorio, e pure di corsa! In Venezuela ci sono centinaia di cubani, è vero, ma sono dottori, maestri e medici. Volontari che a spese dello stato e del popolo cubano hanno consentito di avviare centinaia di consultori medici in barrios dovre prima nessuno si poteva permettere di andare dal dottore, perchè costava troppo. Da bravo infame qual è (e qui la parola infame ci sta tutta) il giornalista omette di raccontare ai suoi lettori della Misiòn Milagro che ha restituito gratuitamente la vista a migliaia di latinoamericani, della Misiòn Barrio Adentro o della Misiòn Robinson che insegnando a leggere e a scrivere a 1 milione e mezzo di venezuelani nel 2005 ha permesso di dichiarare il Venezuela territorio libero dall’analfabetismo. Chi paga lo stipendio al nostro giornalista manda in giro per il mondo bombe, droni e soldati. Cuba, pur non essendo uno stato ricco, spedisce in giro per il mondo medici, insegnanti e tecnici. Più di quanto non facciano Stati Uniti e Unione Europea. Più di Nazioni Unite e Organizzazione Mondiale della Sanità. Ma questo sul Corriere non lo leggerete mai.